Grave disastro ambientale alle Mauritius: ecco i video
Da inizio agosto più di mille tonnellate di carburante si sono riversate in mare, inquinando irreparabilmente le acque della meravigliosa isola dell’oceano Indiano.
Lo scorso 25 luglio, per cause ancora da accertare, un cargo giapponese si è rovinosamente incagliato non lontano dalle coste dell'isola di Mauritius. A causa di questo incidenti più di mille tonnellate di carburante si sono riversate in mare, inquinando irreparabilmente le acque della meravigliosa isola dell’oceano Indiano. A distanza quindi di 14 giorni, gli effetti sull’ecosistema marino sono davvero pesanti.
Le foreste di mangrovie hanno perso la loro simbiosi con l'ambiente marino e ora galleggiano sinistramente nella melma nera. Le acque cristalline si sono tinte di nero e marrone. Molti uccelli e pesci, di cui molti endemici, nuotano in acque scure e oleose. Secondo gli esperti, le conseguenze del disastro si sentiranno per almeno una ventina di anni.
Come riferisce la Bbc, secondo uno studio comparato su simili disastri ambientali, questo non è il peggiore in quanto a quantità di petrolio immesso in mare. Nel 2010 furono 400 mila le tonnellate di carburante fuoriuscito nel Golfo del Messico dalla piattaforma petrolifera Deep Water Horizon. Allora morirono migliaia di specie vegetali e animali, tra cui centinaia di delfini.
Questa volta le tonnellate sono di meno. E i responsabili del disastro, i giapponesi del cargo Wakahisho, sono riusciti a mettere in protezione il resto del greggio. Il punto è il luogo dove è accaduta la tragedia: vicino a due ecosistemi marini protetti dal punto di vista ambientale e vicino alla riserva del Blue Bay Marine Park, zona umida di importanza internazionale. Il vento e le correnti marine stanno trascinando il carburante verso le aree con gli ecosistemi marini più vitali.