Google Maps applica il decreto di Trump e cambia nome al Golfo del Messico: ecco cosa vedranno gli utenti
Ciò che è iniziato come uno scherzo in un programma televisivo satirico è diventato realtà. Questo toponimo, accettato a livello internazionale dal 1776, è già scomparso dalle mappe che gli americani consultano virtualmente tramite questa popolare applicazione.
![Golfo d'America Golfo d'America](https://services.meteored.com/img/article/el-golfo-de-mexico-desaparece-de-los-mapas-de-google-en-estados-unidos-1739314395222_1024.png)
Google Maps, uno strumento che consente di esplorare virtualmente luoghi di interesse e trovare indirizzi in qualsiasi parte del mondo, ha apportato una modifica significativa e controversa alla sua piattaforma. D'ora in poi, gli utenti negli Stati Uniti non potranno più trovare il Golfo del Messico sulle mappe.
Troveranno invece una nuova nomenclatura: Golfo d'America. Un'idea nata, in chiave satirica, in uno show televisivo comico americano, The Colbert Report, trasmesso nel lontano 2010, e che ora si è concretizzata grazie all'aiuto di Google.
Un cambio di nome ordinato da Donald Trump
Questo cambiamento da parte del gigante dell'informazione e della comunicazione è il risultato di un ordine esecutivo firmato da Donald Trump il primo giorno dopo il suo ritorno alla Casa Bianca come Presidente degli Stati Uniti.
Google Maps ha modificato il nome del Golfo del Messico. Mentre negli Stati Uniti appare con il solo nome di Golfo d'America, nel resto del mondo si possono vedere entrambi i nomi @ultimoranet pic.twitter.com/TupUOwuR85
— Ultimora.net (@ultimoranet) February 11, 2025
Il presidente, che ha esortato le agenzie federali ad adottare la nuova designazione sulle mappe ufficiali e sulle comunicazioni governative, ha sostenuto che la sua decisione è una misura "per ripristinare l'orgoglio americano per la sua storia". Trump ha anche dichiarato il 9 febbraio "Giorno del Golfo", sottolineando l'importanza di questa regione per la storia e l'economia del suo Paese.
Perché Google Maps ha adottato la nuova nomenclatura?
Una volta che il Geographic Names Information System (GNIS), un database che ospita nomi e informazioni sulle posizioni geografiche negli Stati Uniti, ha ufficialmente cambiato il toponimo "Golfo del Messico" in "Golfo d'America", anche Google Maps, in conformità con le sue pratiche sui big data, ha proceduto all'aggiornamento.
L'azienda ha affermato che manterrà la propria politica di adozione dei nomi ufficiali forniti da fonti governative, assicurando al contempo che tale pratica è coerente con quella di altri luoghi in cui i nomi variano a seconda della posizione dell'utente. Ad esempio, nei paesi arabi il "Golfo Persico" viene indicato come "Golfo Arabico".
Decisioni che spesso si basano sulle designazioni ufficiali degli enti locali e sulle pratiche culturali. Quindi in questo caso, le persone che utilizzano Maps negli Stati Uniti vedranno "Golfo d'America", mentre coloro che utilizzano Maps in Messico vedranno "Golfo del Messico". Gli utenti Internet del resto del mondo potranno ora leggere entrambi i nomi (quello nuovo tra parentesi).
Reazioni interne e in Messico
Contrariamente ai desideri del suo promotore, un recente sondaggio condotto da Reuters e Ipsos ha rilevato che il 70% degli americani disapprova il cambio di nome. Ciò ha reso questo ordine esecutivo uno dei meno popolari, finora, dell'amministrazione Trump. E, come previsto, la decisione e i suoi effetti pratici hanno generato reazioni anche a livello internazionale.
![](https://services.meteored.com/img/article/el-golfo-de-mexico-desaparece-de-los-mapas-de-google-en-estados-unidos-1739310432843_1024.jpg)
La reazione più importante è quella del Messico, dove la presidente Claudia Sheinbaum aveva espressamente chiesto in una lettera al CEO di Google, Sundar Pichai, che l'azienda si astenesse dal sostituire il nome Golfo del Messico con Golfo d'America nella sua applicazione di mappe.
Sheinbaum ha ricordato che il nuovo nome non può essere imposto unilateralmente e che bisogna rispettare il fatto che “Golfo del Messico” è un nome accettato a livello internazionale dal 1776 e legalmente registrato negli indici dell’Organizzazione idrografica internazionale (IHO), istituzione di cui fanno parte sia il Messico che gli Stati Uniti.
La presidenta de México, Claudia Sheinbaum, envió una carta a Google explicando por qué no puede modificar el nombre del golfo de México en su plataforma de mapas, tras un cambio a "golfo de América" solicitado por el presidente de EE. UU., Donald Trump. pic.twitter.com/Ukle6kJ75X
— Liseth Quintero (@LisethQuin1148) January 31, 2025
In ogni caso, per il presidente messicano, il governo degli Stati Uniti avrebbe solo l'autorità di rinominare la sua porzione territoriale del Golfo.
Di chi è il Golfo del Messico?
Il Golfo del Messico è un vasto bacino oceanico delimitato da Messico, Stati Uniti e Cuba, che non appartiene in via esclusiva a nessun Paese. Secondo il diritto marittimo internazionale, la sua estensione è divisa in acque territoriali e acque internazionali.
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Pertanto, ogni paese costiero ha diritto a una Zona Economica Esclusiva (ZEE) fino a 200 miglia nautiche dalla propria costa, che gli conferisce il diritto di sfruttare le risorse naturali, come la pesca, il petrolio o il gas. Al centro del golfo si trova un'area conosciuta come "Dona del Hoyo" o "Polígono de la Perdida", che è protetta a livello internazionale e non appartiene a nessuno Stato.
Quale paese ha la maggior parte del territorio del Golfo?
Grazie ai suoi confini, il Messico controlla oltre il 60% delle acque del Golfo, che bagnano gli stati di Tamaulipas, Veracruz, Tabasco, Campeche e Yucatán. Gli Stati Uniti ne possiedono circa il 30%, mentre Florida, Alabama, Mississippi, Louisiana e Texas hanno coste che si affacciano sul Golfo.
Cuba, invece, occupa il restante 10%, che coincide con la fascia costiera delle province di Pinar del Río e Artemisa. In termini di sovranità, nessuna di queste nazioni può rivendicare per sé l'intero Golfo del Messico. Devono accontentarsi di controllare l'area marittima di loro competenza, entro i limiti stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS).