Gli Astronomi perdono la prima battaglia contro SpaceX per la difesa dei cieli bui
Il lancio fino a 30000 satelliti in orbita bassa da parte di SpaceX rischia di mettere al chiodo l’astronomia osservativa da Terra. Non più immagini di oggetti astronomici ma “strisciate” di satelliti.
La comunità astronomica internazionale e la SpaceX si stanno giocando il futuro dell’astronomia osservativa da Terra.
La prima battaglia si conclude negativamente per l’astronomia, ma vediamo di capire più in dettaglio il problema.
L’astronomia ha bisogno di cieli bui
Per esperienza sappiamo un po’ tutti che da città si vedono molto meno stelle che da campagna. Il bagliore delle luci emesse dagli edifici sia pubblici sia privati si diffonde in cielo, che da buio diventa luminoso. La luminosità del cielo tende a superare quella delle stelle per cui queste ultime spariscono dalla vista.
E' il fenomeno noto come "inquinamento luminoso".
Per non incorrere nel problema dell’inquinamento luminoso, storicamente gli osservatori astronomici vengono costruiti in luoghi isolati lontani dai centri abitati. Si pensi che l’Europa ha costruito il suo più grande osservatorio astronomico (l'European Southern Observatory, ESO) non in territorio europeo che, essendo fortemente urbanizzato ha un elevato inquinamento luminoso, ma in Cile nel deserto di Atacama sulle Ande, lì dove ad oggi l’inquinamento luminoso è il più basso.
Se da una parte c’è il bisogno dell'astronomia, rappresentata dall’intera comunità internazionale di astronomi, dall’altra c’è il progresso tecnologico e l’esigenza di avere l’intero mondo collegato e a portata di mano grazie ad internet. Tuttavia, questo progresso, la messa in orbita di decine di migliaia di satelliti, si presenta come la più grave forma di inquinamento dei cieli notturni.
La comunità astronomica ha fatto proposte che potessero mitigare il problema, ma di fatto l'industria e il businnes sono andati avanti senza sentire ragioni.
SpaceX e le costellazioni di satelliti per il 5G
SpaceX è una compagnia privata aerospaziale. Il nome della SpaceX è legato al nome del suo proprietario di maggioranza, Elon Reeve Musk, un imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense.
L’ambizioso progetto di SpaceX è rendere disponibile il segnale 5G (la quinta generazione della tecnologia cellulare.) su tutta la superficie terrestre.
SpaceX utilizza i LEO (Low Earth Orbit), cioè satelliti per le telecomunicazioni in orbita bassa (intorno ai 500 km di altitudine).
Essendo a orbite basse, il loro segnale viene ricevuto da qualunque cellulare abilitato a ricevere il segnale 5G.
La presenza in orbite LEO di così tanti satelliti sarà un grosso problema per l'astronomia. Il loro passaggio lascia "strisciate luminose" sulle immagini astronomiche, potendole rendere anche inutilizzabili. Si tratta di un problema aperto e sotto dibattimento.
Come SpaceX, altre compagnie sono state già autorizzate alla realizzazione delle proprie costellazioni di satelliti per le telecomunicazioni in bassa orbita, come Kuiper System o OneWeb.
Cosa è successo la scorsa settimana
SpaceX aveva ottenuto licenza di messa in orbita di 30.000 satelliti in bassa orbita per garantire il segnale internet 5G su tutta la superficie terrestre.
Contro la licenza concessa dalla Federal Communications Commission aveva fatto ricorso l'International Dark-Sky Association, che rappresenta gli astronomi di tutto il mondo, chiedendo ulteriori studi sull’impatto ambientale.
Sfortunatamente, lo scorso venerdì 12 luglio 2024, una giuria di 3 giudici della Corte d'Appello degli Stati Uniti ha rigettato il ricorso, dando via libera a SpaceX alla messa in orbita.
La motivazione è stata la seguente e cioè “si ritiene che individualmente e cumulativamente non abbiano alcun effetto significativo sulla qualità dell’ambiente umano e sono categoricamente esclusi dal trattamento ambientale”.
Gli astronomi a questo punto possono decidere se appellarsi alla Corte di Appello (entro 45 giorni dalla sentenza) o alla Corte Suprema degli Stati Uniti (entro 90 giorni dalla sentenza).
In effetti, la decisione della Corte di Appello era prevedibile. Infatti, dietro la scusa di un servizio lodevole alla comunità internazionale (il 5G ovunque), l'esercito americano utilizza intensamente SpaceX / STARLINK come infrastruttura militare. Pertanto, non c'era possibilità di avere un giudizio indipendente da parte di un tribunale statunitense. Per questo motivo si valuta un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia.