Giorno della Memoria, questo fu il drammatico impatto delle leggi razziali sulla comunità scientifica italiana

Giornata della Memoria, una iniziativa a cui aderiscono l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed il Consiglio nazionale delle Ricerche, vuole ricordare l'impatto delle leggi razziali fasciste sulla scienza e sul mondo accademico in Italia.

pietre inciampo
Pietre d'inciampo per la memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazista, in una strada di Roma.

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, una giornata nella quale si commemorano le vittime dell'Olocausto. La scelta della data è dovuta al fatto che il 27 gennaio del 1945 (80 anni fa, nel 2025), avvenne la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe dell'Armata Rossa.

Negli ultimi anni, per ricordare il drammatico impatto che ebbero le leggi razziali volute dal regime di Mussolini sulla comunità scientifica e accademica italiana, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV), ha avviato un progetto per raccogliere le testimonianze e i documenti familiari, anche multimediali, per ricordare e non far cadere nella dimenticanza quella pagina nera della nostra storia. Questo progetto è disponibile in una speciale pagina web creata dall'INGV.

Sono state inoltre raccolte le testimonianze relative ai chi si rifiutò di firmare o adempiere alle leggi razziali, ossia tutti coloro che ebbero la forza e la dignità di sostenere chi veniva emarginato in quanto ebreo. Fra le persone allontanate dalle istituzioni culturali vi furono molte donne - si legge nella pagina dedicata dall'INGV - la cui partecipazione agli studi e alla vita accademica, nella società ebraica, era assolutamente all'avanguardia rispetto alle consuetudini dell'epoca.

All'iniziativa hanno aderito anche la Senatrice Liliana Segre, l'Unione delle Comunità Ebraiche di Roma (UCEI), la Comunità Ebraica di Roma (CER), il Museo Ebraico di Bologna, l'Accademia Nazionale dei Lincei, il Consiglio Nazionale delle ricerche (CNR) ed altre realtà.

I dettagli sul progetto "Pagina della Memoria"

Con iniziative congiunte, gli enti che hanno aderito al progetto si impegnano ad effettuare ricerche documentali, storiche e bibliografiche, nonché la realizzazione di eventi culturali, di studio e divulgazione al fine di sottolineare il drammatico impatto di quel corpus di provvedimenti legislativi che, a partire dal Regio Decreto Legge n. 880 del 19 aprile 1937, vennero poi denominate “Leggi razziali”.

"Vogliamo sottolineare il danno irreparabile che fu arrecato al progresso scientifico e culturale italiano” - spiega Aldo Winkler, ideatore del progetto. "Inoltre, intendiamo valorizzare le testimonianze riguardanti l’espulsione di molte donne, la cui partecipazione agli studi e alla vita accademica, nella società ebraica, era assolutamente all'avanguardia rispetto alle consuetudini dell'epoca, nonché il materiale documentale su chi riuscì a fuggire all’estero, trasferendo con sé le proprie alte competenze. Nostro ulteriore auspicio è riuscire a coinvolgere, in questo percorso condiviso, altre istituzioni legate allo studio, alla ricerca e alla cultura”.

Secondo Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV, “La memoria degli eventi è la base per una società della conoscenza, sia per difendersi dai rischi naturali, che per prevenire il ripetersi di comportamenti umani che travalicano ogni limite etico. La scienza italiana ha subito le gravi conseguenze delle leggi razziali ed è opportuno che una tale fase drammatica della nostra storia sia approfondita e divulgata affinché non debba ripetersi”.

"La scienza italiana ha subito le gravi conseguenze delle leggi razziali ed è opportuno che una tale fase drammatica della nostra storia sia approfondita e divulgata affinché non debba ripetersi”. Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV.

“Molti non ricordano e molti non conoscono le assurde persecuzioni perpetrate in quel triste periodo storico – afferma Sebastiano Fadda, Presidente dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche - Ma il coraggio di chi ha subito i tristi orrori della deportazione e di chi, non piegandosi, ha dovuto abbandonare le proprie comunità accademiche e di ricerca per proseguire in esilio la propria attività deve essere ricordato e additato come esempio in un mondo che ancora vede spesso soffocate la dignità e la libertà dell’uomo. Le persone muoiono e con esse rischia di morire anche il ricordo, ma nelle istituzioni deve depositarsi la memoria, perché non si estingua anch’essa col succedersi delle generazioni. Perciò anche noi ci sentiamo impegnati in questo compito”.

"La distruzione delle scuole scientifiche"

"A causa delle leggi razziali del 1938, donne e uomini, eminenti scienziati, giovani ricercatori e tecnici furono dispensati dal servizio nel nostro ente, come in altri. Una persecuzione dei diritti che, di lì a poco, sarebbe diventata persecuzione delle vite. Con quella iniziativa nel mondo della ricerca, si generò un processo che rappresenta ancora oggi una delle pagine più buie del Novecento e che originò la distruzione di scuole scientifiche, come di interi nuclei familiari", dichiara Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

"Questo progetto punta a rimettere insieme eventi dolorosi e poco conosciuti e a riportare alla luce ciò che è stato, confidando che i frammenti di vita che verranno recuperati attraverso la ricerca possano dar voce adesso a chi allora non la ebbe".

“La partecipazione dei Lincei a questa iniziativa si colloca a pieno titolo nella storia della nostra Accademia – dichiara il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Roberto Antonelli - che ebbe a soffrire anch’essa della persecuzione degli ebrei iniziata con le leggi razziali".

Pietre di inciampo davanti al CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche

Un anno fa, intanto, presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), c'è stata la cerimonia di apposizione di quattro pietre di inciampo in memoria della famiglia Anticoli: Giacomo Anticoli - dipendente dell’Ente che per motivi di servizio dimorava nell’edificio dove ha sede l’amministrazione centrale - la moglie Gemma e le figlie Luciana e Fiorella, che a seguito del Rastrellamento del Ghetto di Roma furono deportati ad Auschwitz, senza più fare ritorno. La famiglia Anticoli fu espulsa dal Cnr in conseguenza dell’applicazione delle cosiddette “leggi razziali”.

Per approfondire

Pagina della memoria - Pietre d'inciampo per la scienza e la cultura - https://paginadellamemoria.ingv.it/