Giornata delle foreste, le tredici faggete italiane patrimonio dell'umanità
Il 21 marzo è la Giornata Internazionale delle Foreste: sai che l'Italia è uno dei paesi europei con maggior estensione di boschi, e che tredici faggete presenti in Italia sono state dichiarate patrimonio dell'umanità dall'Unesco? Ecco quali.
Il 21 marzo è la Giornata internazionale delle foreste, istituita nel 2013 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di tutti i tipi di bosco. Le foreste sono fondamentali per la conservazione della biodiversità ma anche come serbatoi di stoccaggio della CO2 e per l'assorbimento di altri gas serra.
La Giornata delle Foreste 2023
La gestione sostenibile delle foreste l'uso sostenibile delle sue risorse, scrive l'ONU nella pagina dedicata a questa giornata, è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e per contribuire alla prosperità e al benessere delle generazioni attuali e future.
Eppure, nonostante la loro enorme importanza, le foreste sono minacciate da incendi, parassiti, siccità e deforestazione senza precedenti. Il tema della Giornata delle Foreste 2023 è "Foreste e salute". Le foreste sono infatti fondamentali per la nostra salute, per la qualità dell'acqua, dell'aria e per la cattura del carbonio indispensabile a combattere il cambiamento climatico.
L'Italia, uno dei paesi con più boschi in Europa
L'Italia è uno dei paesi dell'Unione Europea con maggior superficie di boschi e foreste. Il verde avanza in montagna e nelle campagne abbandonate negli ultimi decenni per il grande esodo degli italiani verso le città. Secondo l'ultima mappatura nazionale, effettuata nel periodo 2015-2020, in Italia ci sono oltre 11 milioni di ettari di superficie forestale.
A fornire questi numeri è l’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio realizzato dall’Arma dei Carabinieri con il supporto scientifico del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Quasi il 40% del territorio nazionale è coperto da aree boschive, esattamente il 36,7% della superficie nazionale.
Secondo l'ultima stima del Corpo Forestale dello Stato gli alberi presenti in Italia sono circa 12 miliardi. Tra le specie più diffuse c'è il faggio, un albero che ricopre vaste estensioni di territorio sugli Appennini, da nord a sud, con vastissime faggete che sono state recentemente inserite nella lista dei siti patrimonio dell'umanità UNESCO. Seguono i querceti ed i boschi di abete rosso, ampiamente diffusi sulle Alpi.
Le faggete italiane patrimonio Unesco
Sono tredici le faggete italiane riconosciute dall’UNESCO come patrimonio dell'umanità. Fanno parte del sito seriale transnazionale delle “Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa", composto da 94 parti in 18 paesi europei.
In Italia le faggete riconosciute sono quelle di Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe e Val Fondillo nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; Cozzo Ferriero e Pollinello nel Parco Nazionale del Pollino; Falascone e Pavari-Sfilzi nella Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano; Monte Cimino (Viterbo); Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo) e Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, la Valle Infernale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Le faggete vetuste riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale si trovano diffuse in altri diciotto Paesi dell'Europa oltre all'Italia: Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Germania, Francia, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ucraina.
La minaccia degli incendi, della siccità e dei cambiamenti climatici
Le sempre più frequenti siccità estreme degli ultimi anni (si pensi al 2017, o all'ultima estate del 2022), i numerosi incendi, e gli effetti del cambiamento climatico, che favorisce tra l'altro l'espansione di parassiti, stanno rendendo sempre più fragili i boschi italiani. C'è poi da menzionare la perdita di suolo nelle zone di pianura, dove il cemento avanza da anni togliendo spazio alle aree alberate. Negli ultimi anni a riguardo si parla sempre più spesso dell'urgenza di aumentare le zone alberate e boschive intorno alle grandi città.