Ghiacciai alpini in stato critico per il clima sempre più caldo
Il disastro del 3 luglio 2022 sulla Marmolada ha commosso l'Italia, ma la situazione di estrema vulnerabilità dei ghiacciai alpini è ben nota da anni. I cambiamenti climatici causati dalle attività umane stanno accelerando la loro scomparsa e negli ultimi anni si sono verificate numerose frane e distacchi.
Il disastro del 3 luglio sulla Marmolada sta causando una grande commozione. Un enorme distacco sul ghiacciaio omonimo, sulle Alpi orientali, ha travolto numerosi alpinisti causando almeno 6 morti, ma ci sono 15 dispersi e il bilancio potrebbe superare le 30 vittime. Il distacco ha messo in luce con chiarezza che lo scioglimento dei ghiacciai alpini, che va avanti da anni per l'aumento delle temperature medie, sta accelerando in questa estate 2022 appena iniziata. Qui sotto, l'articolo che abbiamo pubblicato poche settimane fa sulla anomala temperatura di oltre 10°C registrata sulla vetta del Monte Bianco.
L'Italia sta vivendo da settimane una situazione di caldo anomalo, con temperature molto superiori alla media del periodo. Già da maggio sono state rilevate temperature più proprie di luglio. Mentre nelle città si raggiungono in certi casi i 40°C, con record mai toccati in un mese di giugno, in quota le temperature sono state altissime per l'epoca dell'anno, con lo zero termico ben sopra i 4000 metri. Significa che la quota a cui troviamo 0°C si trova ben sopra le vette più alte. Questa situazione, che ha continuato a presentarsi anche a inizio luglio, ha accelerato ulteriormente lo scioglimento dei ghiacciai.
Il CNR: "tragedia della Marmolada dovuta ai cambiamenti del clima"
Il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha diffuso questa mattina un comunicato stampa che collega la tragedia della Marmolada ai cambiamenti climatici. "Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada - si legge nella nota - possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l'inverno scorso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali.
Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall'Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una "pancia"".
"L'atmosfera e il clima - aggiunge il CNR - soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del "nuovo" clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione".
Ghiacciai in stato critico da anni: "scompariranno entro poco tempo"
Purtroppo, non è una novità che i ghiacciai alpini si trovino in stato critico. Negli ultimi decenni la fusione accelerata dei ghiacciai italiani è stata evidente e ben documentata. Da tempo numerosi studi hanno messo in guardia sul fatto che l'aumento globale delle temperature, causato dalle emissioni di gas serra delle attività umane, è ancora più accentuato nell'area del Mediterraneo. Qui l'aumento è ancora più importante, con evidenti effetti anche sulle zone di alta montagna.
Ogni anno nuovi studi confermano la rapida riduzione dei corpi glaciali alpini. Soltanto due anni fa uno studio aveva messo in guardia sul fatto che il ghiacciaio della Marmolada sarebbe scomparso entro 15 anni.
I distacchi sui ghiacciai alpini negli ultimi anni
Da anni si verificano sulle Alpi situazioni di pericolo per il distacco di pezzi di ghiacciaio, specie alla fine dell'estate, tra agosto e settembre, quando i corpi glaciali sono ormai "stremati" da mesi di caldo e assenza di precipitazioni. Ricordiamo ad esempio l'allarme scattato nel 2019 e nel 2020 sul ghiacciaio del Planpincieux, sul Monte Bianco. Quest'anno il caldo eccezionale e l'assenza di neve in quota sembra aver accelerato il fenomeno.
Le frane di roccia sulle Dolomiti
Altro fenomeno che si verifica sempre più frequentemente è quello delle frane di roccia sulla Dolomiti. L'ultima grande frana è avvenuta nell'ottobre del 2021. Anche questi distacchi di roccia sono una conseguenza dell'aumento delle temperature.
I ghiacciai delle Alpi si riducono sempre più rapidamente
Su tutto l’arco alpino è in atto un pesante trend di riduzione delle masse glaciali con importanti segnali di progressiva accelerazione negli ultimi 30 anni, come dimostrato anche dalla seconda edizione della Carovana dei Ghiacciai, la campagna di monitoraggio di Legambiente realizzata con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), i cui risultati sono stati pubblicati alla fine dell'estate 2021.
La Carovana ha monitorato lo stato di salute di tredici ghiacciai alpini, più il glacionevato del Calderone, sul Gran Sasso d'Italia (in Abruzzo), per sensibilizzare le persone sugli effetti che il riscaldamento climatico sta avendo sull'ambiente glaciale.