Frattura in Kenya, l'Africa si sta spaccando in due?

La formazione di una grande spaccatura in Kenya ha destato allarmi ingiustificati su una spaccatura del continente africano: la realtà è più complessa e meno drammatica

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Il rift dell'Africa orientale è una enorme area di deformazione della litosfera con depressioni e vulcani

Nelle ultime settimane hanno fatto il giro del mondo le immagini di una grande spaccatura nel terreno apertasi nel sud-ovest del Kenya. La spaccatura, che si è aperta a seguito di abbondanti piogge, ha distrutto alcune case ed ha causato spavento fra la popolazione locale.

Alcuni giornali hanno subito titolato, per puntare su sensazionalismo ed allarme, che il continente africano si stava spaccando in due. Questa affermazione cerca di riassumere in due parole, senza riuscirci, un fenomeno molto più complesso, ben noto in geologia, che è quello del “rifting”. La spaccatura è da collegare a questo processo, ma non siamo certamente di fronte ad una imminente “spaccatura” dell’Africa.

Rift Valley: una enorme area di deformazione

Così come le catene montuose sono frutto della collisione fra placche tettoniche, le aree di rift sono frutto di un allontanamento delle placche tettoniche. Quando questo allontanamento avviene sui continenti, si verificano grandi fratture continentali (continental rift systems).

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Il video della spaccatura che si è aperta nel Kenya sud-occidentale

Sono aree in cui le enormi forze tettoniche fanno sì che la crosta venga “stirata”: lo stiramento porta ad una rottura della crosta, con formazione di grandi depressioni, dove possono formarsi laghi, mari interni, e dove si genera a volte un intenso vulcanismo.

Quello che è accaduto in questi giorni in Kenya, però, è un evento a scala molto minore. Per quanto impressionante, la spaccatura del terreno in questi giorni non è altro che il risultato su piccolissima scala di questi sforzi. Se si allarga lo sguardo sull'intera area dell’Africa orientale, si potrà osservare come sia solcata da profonde depressioni, nelle quali si trovano laghi di forma allungata, ed un diffuso vulcanismo.

Il rift dell'Africa orientale: un'area immensa

Quest’area, chiamata “rift dell’Africa orientale”, va dalla Turchia al Mozambico, lunga quasi settemila chilometri e larga in certi punti anche trecento chilometri. Si capisce bene, quindi, che la frattura di questi giorni, non è altro che un piccolo episodio se rapportato alla vasta scala delle enormi forze tettoniche di cui parlavamo prima.

Nel corso di milioni di anni, queste forze potrebbero portare alla rottura del continente africano. Saranno però necessari decine di milioni di anni. Insomma, prima di vedere “l’Africa spaccata in due”, come hanno titolato alcune testate, bisognerà attendere davvero tanto tempo.