È tempo di uva e vendemmia: conosciamo meglio questo frutto tra botanica, arte, varietà locali e prospettive future

Con l’arrivo dell’autunno, vendemmia e uva tornano protagoniste. Celebrata già in tempi molto antichi, è un frutto apprezzato soprattutto per i riti e le tradizioni legate alla sua raccolta. Il futuro della viticoltura sembra oggi sospeso tra le sfide imposte dal cambiamento climatico e incoraggianti prospettive di adattamento.

UVA, VENDEMMIA
La vendemmia: una delle fasi più importanti e note della coltivazione della vite.

Con l’avvento dell’autunno, che si verifica a livello meteorologico il primo giorno di settembre e, quest'anno, a livello astronomico, il giorno 22 dello stesso mese, la coltivazione della vite entra in una delle sue fasi più importanti, quella della raccolta.

Del resto questa operazione contraddistingue il ciclo produttivo di qualsiasi prodotto orticolo o frutticolo, ma nell’immaginario collettivo la vendemmia ha da sempre attratto sia bambini che adulti, trovandone i primi un’occasione di gioco nella pigiatura degli acini per mezzo dei piedi e i secondi un’occasione per congedare il tempo dell’estate attraverso il contatto diretto con la natura.

La viticoltura nel paesaggio agricolo italiano

Da questo legame si evince come la coltivazione della vite sia una pratica molto antica, celebrata già in epoca romana, che nel tempo ha forgiato il paesaggio italiano e ha consentito a questa coltura arbustiva di affermarsi come uno dei principali elementi vegetali di molti agroecosistemi presenti sul territorio italiano, da nord a sud.

L’eterogeneità climatica e territoriale dell’Italia, insieme all’elevata adattabilità della coltura, hanno determinato lo sviluppo di una straordinaria diversità viticola, declinata in tantissime varietà appartenenti a una specie botanica principale, denominata Vitis vinifera.

L'importanza della vite tra passato e presente

Coltivata a livello nazionale su circa il 5% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU), l’uva da tavola e da vino (insieme al vino stesso) è un elemento di pregio del sistema agroalimentare.

In epoche passate, oltre a rappresentare una fonte di reddito e sostentamento per gli agricoltori, ha suscitato l’interesse di artisti e autori celebri, divenendo parte integrante di opere che forniscono spunti di approfondimento validi ancora oggi.

Nella ‘Canestra di frutta’ di Caravaggio (1600), ad esempio, troviamo rappresentati diversi frutti tra cui quattro grappoli di uva bianca e nera; oggi sappiamo che la differente colorazione è dovuta alla presenza o assenza di antociani nella buccia, pigmenti vegetali che fanno assumere all’acino un colore scuro variabile dal rosso, all’azzurro, al violetto, lasciando inalterato il colore della polpa. Tali pigmenti, appartenenti alla classe dei flavonoidi e quindi dei polifenoli, hanno proprietà antiossidanti e antinfiammatorie benefiche per la salute umana.

Viticoltura e cambiamenti climatici

La produttività dei vigneti, così come quella di molte altre colture, è attualmente minacciata da avversità meteorologiche gravi come gelate tardive e grandinate e da eventi estremi come alluvioni e siccità, sempre più frequenti e intensi a causa dei cambiamenti climatici.

Uve dell'Etna: simbolo di resilienza e adattamento

In questo contesto, la recente notizia secondo cui le uve coltivate sulle pendici dell’Etna promettono ottime produzioni per quest’annata, nonostante la grave siccità registrata sull’isola negli ultimi mesi, è molto positiva e permette di fare alcune riflessioni.

Da un lato, l'importanza di tutelare microclimi ed ecosistemi locali, nei quali gli effetti dei cambiamenti climatici possono risultare più attenuati e di conseguenza l’adattamento e la resilienza delle colture risultano più efficaci.

Dall’altro, l'importanza di salvaguardare le varietà autoctone ancora esistenti, di cui l’Italia presenta in genere un’elevata ricchezza, perché grazie alla loro elevata rusticità e adattabilità risultano meno suscettibili agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

Natura ed ecologia sono importanti alleate contro il cambiamento climatico

Trovare nella natura e negli equilibri ecologici un contributo efficace nell’adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, così come avvenuto sulle pendici dell’Etna, è un passo importante per fare in modo che la vendemmia possa continuare a essere tramandata di generazione in generazione come è stato fatto fino ad oggi.