Dichiarato estinto in Cina il dugongo, l'affascinante "mucca di mare"
Il dugongo, la "mucca di mare", è stato dichiarato "funzionalmente estinto" in Cina. Questo mammifero erbivoro marino era da tempo minacciato per la caccia e per la scomparsa degli habitat in cui vive, a causa delle attività umane e dell'inquinamento. Ecco i video di questo curioso animale.
Il dugongo, un mammifero erbivoro marino conosciuto anche come "mucca di mare", è stato dichiarato “estinto funzionalmente” in Cina, secondo quanto emerge da uno studio condotto dalla Società zoologica di Londra (ZSL) e dall'Accademia cinese delle scienze e pubblicato sul Royal Society Open Science journal.
La specie, già minacciata da tempo per la caccia e per la scomparsa degli habitat causata dalle attività umane, ma anche per la collisione con le navi e la pesca, aveva visto diminuire con forza il numero di esemplari nelle acque cinesi dagli anni '70 in poi. Dal 2000 non si registrano più avvistamenti nelle zone costiere della Cina e la specie viene così dichiarata "estinta funzionalmente". Il dugongo, il cui nome scientifico è Dugong dugon, appartiene all'ordine Sirenia ed ha diverse somiglianze con il lamantino.
È uno dei pochi mammiferi erbivori marini esistenti e si nutre prevalentemente di fanerogame marine, piante marine che bruca sui fondali oceanici dell'Oceano Indiano, del Pacifico, delle coste australiane e del Mar Rosso, nelle fasce tropicali e sub-tropicali.
Può superare i 3 metri di lunghezza ed il suo peso può arrivare a mezza tonnellata. Il degrado degli ambienti marini per inquinamento e altre attività umane, ha privato questi animali di una fonte vitale.
Per le sue abitudini di erbivoro placido e tranquillo è stato soprannominato anche "mucca di mare". Secondo alcuni, sarebbe questo animale ad aver ispirato il mito delle sirene. Secondo quanto ha riportato alla BBC il professor Samuel Turvey, della Zoological Society of London (ZSL), la scomparsa del dugongo costituisce "una perdita dagli effetti devastanti". La loro assenza avrà infatti effetti a catena sugli ecosistemi. La sua scomparsa ci ricorda che è in corso la sesta estinzione di massa sulla Terra, causata questa volta non da fenomeni naturali o da impatti di asteroidi, ma dall'enorme influenza dell'attività umana.