Clima e meteo, cosa ci aspetta nel 2025? Previsioni e scenari per l’anno nuovo, con gli occhi puntati su La Niña e COP30
L’inverno, gli eventi estremi in primavera ed estate, la transizione da ENSO neutro a La Niña: ecco le prospettive e gli scenari meteoclimatici attesi nell’anno nuovo in l'Italia e il mondo. Decisioni cruciali a COP30?
Il 2024 va in archivio come ennesimo anno più caldo di sempre, col superamento della soglia +1.5°C sul periodo industriale prevista dall’accordo di Parigi sul clima e con una lunga serie di eventi meteo estremi in Italia e nel mondo.
Va da se che il nuovo anno, il 2025, si presenta cruciale per capire se queste anomalie sono un’espressione chiara dei cambiamenti climatici, dovute alla variabilità naturale o effetto indiretto dell’eruzione del vulcano alle isole Tonga del 2022.
Diamo dunque uno sguardo a cosa possiamo aspettarci dal 2025 in base alle tendenze substagionali, mensili e stagionali e agli indici di teleconnessione.
Come proseguirà l’inverno?
Gli appassionati meteo stanno seguendo con trepidazione un’irruzione fredda inizialmente ipotizzata per inizio gennaio 2025. Le ultime mappe tendono però a ridimensionarla, rimandiamo ai previsionali per la previsione dettagliata.
Scorrendo le mappe ECMWF substagionali, il resto di gennaio in Italia potrebbe trascorrere nella media o leggermente al di sotto, il che lo farà percepire come freddo, dato che siamo assuefatti alle anomalie positive. Probabilmente prevarranno situazioni di blocco con flussi mediamente settentrionali, ma a tratti non escluse onde perturbate. Del tutto azzardato però ipotizzare eventuali nevicate in pianura.
Inizio febbraio potrebbe poi vedere il ritorno di anomalie termine positive, sopra media anche marzo ma in modo probabilmente meno accentuato.
Arriverà veramente la Niña?
Annunciata in arrivo per la scorsa primavera, di fatto, La Niña non è ancora arrivata. La Niña, ricordiamo, è una oscillazione della temperatura marina dell’oceano Pacifico caratterizzata da temperature sotto la media delle acque superficiali.
A differenza di El Niño che ha caratterizzato i primi mesi 2024, e tende a intensificare il riscaldamento globale, La Niña raffredda temporaneamente il clima, ma aumenta gli eventi estremi pluviometri ad esempio fra Australia e Indonesia e induce siccità in alcune zone dell’America.
In dettaglio l’indice ONI, usato dalla NOAA, nel trimestre settembre-novembre è stato -0.2°C, per dichiarare La Niña deve essere inferiore o uguale -0.5°C per tre mesi consecutivi. Le tendenze ECMWF sono molto incerte, probabile che il primo trimestre 2025 veda una debole La Niña.
Scarsa sarà dunque la sua influenza, comunque dubbia e mai statisticamente provata, sul tempo in Europa e in particolare in Italia
Scenari in Europa ed Italia per la primavera-estate in Italia
In l’Italia, la primavera 2025 sarà probabilmente caratterizzata dai consueti marcati sbalzi termici fra freddo tardo invernale e caldo precoce. Da monitorare sarà l’eventualità di gelate tardive dannose per l’agricoltura. Comunque le anomalie termiche positive saranno prevalenti, le mappe stagionali ECMWF indicano nel 60-70% al nord e oltre 80% al sud la probabilità che i mesi primaverili e anche il trimestre aprile-giugno vedano temperature sopra la media.
L’estate per ora non è ancora prevedibile, ma è lecito attendersi che non mancherà di vedere alternarsi intense ondate di calore a violenti temporali.
In Europa centro settentrionale probabile che prevalgano situazioni di blocco atmosferico, con frequenti anticicloni a latitudini settentrionali ma che lasceranno spazio a possibili eventi estremi di segno opposto.
Un anno critico per il clima: le speranze di COP30
Le temperature medie globali si spera possano avere una pausa nel trend in aumento, complice il cessare de El Niño e la pur breve fase de la Niña attesa a inizio 2025. Tuttavia le temperature marine degli altri oceani e del Mediterraneo resteranno sopra la media, favorendo in molte parti del globo eventi estremi come ondate di calore, siccità e piogge torrenziali. Alcuni modelli indicano una probabile accelerazione della fusione dei ghiacci artici marini, della Groenlandia e Antartide.
Le speranze di migliorare la situazione climatica saranno in mano quest’anno al Brasile, a COP 30 a novembre 2025 si discuterà in particolare di biodiversità e foreste, e di accelerazione della transizione energetica. La vera sfida sarà far modo che gli impegni presi dai paesi si traducano in azioni reali e rapide.