Coronavirus in Italia, le 5 cose da sapere
I 20 casi di contagio da coronavirus in Italia hanno fatto salire l'allarme nel paese. Ecco le cose da sapere sull'epidemia del nuovo coronavirus, in Italia, in Europa e nel mondo. Il punto della situazione e le informazioni utili.
In queste ore c'è molto allarme in Italia per i nuovi casi di persone contagiate da Coronavirus e per la prima vittima registrata. Ripassiamo in breve di che stiamo parlando, cos'è il nuovo Coronavirus e qual è la situazione a livello mondiale.
1. Coronavirus, cos'è e quando è iniziata l'epidemia
I Coronavirus sono un genere di virus. Con il nome generico "Coronavirus", che comprende tutti i virus di questo genere, si sta indicando un nuovo tipo di coronavirus denominato SARS-CoV-2. Il virus è stato anche ribattezzato "nuovo coronavirus". Si usa anche la sigla breve COVID-2019 perché individuato la prima volta alla fine del 2019.
Nelle ultime settimane si sta parlando ampiamente di una epidemia di questo virus (epidemia di SARS-CoV-2). L'epidemia è stata individuata a fine dicembre 2019 nella città cinese di Wuhan e per questo è stata chiamata anche "polmonite di Wuhan".
L'epidemia ha assunto settimana dopo settimana dimensioni sempre maggiori, colpendo in particolar modo la Cina dove ci sono state oltre duemila vittime e dove ci sono almeno 73.000 contagiati. Centinaia di casi anche in altri paesi del mondo, fra cui l'Italia. A fine gennaio l'OMS ha dichiarato che il rischio globale rappresentato dal nuovo coronavirus è elevato.
2. La situazione in Cina
Il governo cinese ha messo in quarantena la città di Wuhan, con una popolazione di 11 milioni di persone, lo scorso 22 gennaio. Un mese dopo, il numero di contagiati in Cina supera le 73.000 unità e ci sono stati poco più di duemila morti. La Cina ha informato il 21 febbraio che il numero di nuovi contagi sta diminuendo, diffondendo quindi un segnale di ottimismo sull'espansione dell'epidemia.
3. Cosa sta succedendo in Italia?
Fino al 21 febbraio in Italia erano stati segnalati solo 3 casi di Coronavirus, su turisti che venivano dalla Cina e che risultavano contagiati. Le 3 persone erano isolate in quarantena nell'ospedale romano Spallanzani. Il 21 febbraio il livello di allarme è cresciuto improvvisamente in Italia perché sono stati individuati 15 nuovi casi in Lombardia e Veneto.
I governi regionali hanno deciso di proibire le manifestazioni pubbliche nei centri abitati dove sono stati individuati i casi di contagio. Sono stati chiusi i negozi, le scuole, gli asili, e sospeso il servizio ferroviario. Attivata una quarantena per 250 persone mentre almeno 50.000 persone sono invitate a non uscire di casa.
4. Quanti contagiati in Europa e nel mondo?
Al 21 febbraio 2020, la World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità) informa che a livello globale ci sono 76 769 casi confermati di persone contagiate dal nuovo Coronavirus. Solo in Cina ci sono 75.569 casi confermati. Nel paese ci sono stati finora 2239 morti per l'epidemia.
Fuori dalla Cina i casi sono molti meno ma ci sono comunque 1200 contagiati. Corea, Giappone e Singapore sono i paesi con il maggior numero di casi dopo la Cina (si tratta comunque di numeri molto inferiori). In Europa i casi sono poche decine. I paesi dove ci sono più contagiati, fino al 20 febbraio, erano la Germania (16) e la Francia (12). Dal 21 febbraio l'Italia è il paese con più casi (20, dato aggiornato al 22 febbraio) e l'unico paese europeo dove ci sono state vittime, 1 uomo di 77 anni deceduto la sera del 21.
5. Informazioni, telefono di pubblica utilità e portale web
A fine gennaio è stato attivato dal Ministero della Salute un numero di pubblica utilità (il 1500) che serve per avere informazioni. Il Ministero e le autorità locali invitano a seguire una serie di misure per evitare possibili nuovi contagi, come lavare spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccare occhi, naso e bocca con le mani, coprire la bocca quando si starnutisce.
Si ricorda anche che le mascherine sono utili solo se si sospetta di essere ammalati, che gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus e che i prodotti made in China non sono pericolosi.