Clima, tra poco in Egitto la COP27: ancora in tempo per l'obiettivo 1,5 °C?

Il vertice ONU sul clima del 2022 si terrà in novembre a Sharm el Sheikh. In discussione l’attuazione del Patto di Glasgow e dell’accordo di Parigi sul clima. Possiamo ancora stare entro gli 1.5°C? Proteste e malumori nella società civile per i costi e le contraddizioni sui diritti umani e negli sponsors.

La Conferenza ONU sul Clima si svolge a rotazione fra i vari continenti. Quest'anno è la volta dell'Africa, l'ultima in questo continente fu la COP 22 in Marocco nel 2016. L'edizione 2022 si svolge in Egitto, nella nota località turistica di Sharm el Sheikh.

La 27° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici si terrà a Sharm el Sheikh, in Egitto, dal 6 al 18 novembre 2022. Meglio note come Vertice ONU sul clima, le Conferenze delle parti sono l’organo di governo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, stipulata nel 1992 all’Earth Summit di Rio De Janeiro. Da allora, annualmente i rappresentanti governativi si ritrovano, con la partecipazione della società civile con le ONG ammesse come osservatore, per dare applicazione a questo trattato internazionale.

L’intento, lo ricordiamo, è stabilizzare le concentrazioni di gas serra entro un livello non pericoloso. Nonostante 26 conferenze e gli accordi di Kyoto e Parigi, da allora le concentrazioni di CO2 sono passate da 350 ppm a 414 ppm e le emissioni sono invece aumentate del 67%. Ecco gli obiettivi della COP 27

Mitigazione

Il “Patto sul Clima di Glasgowstipulato a COP26 nel 2021 esorta gli Stati alla riduzione graduale dell’uso del carbone e ad abolire i sussidi ai combustibili fossili. La sfida del vertice ONU del 2022 sarà dunque dare attuazione a questo invito e a rivedere l'ambizione negli NDC (gli Impegni Nazionali Determinati) per creare un programma di lavoro più ambizioso sulla mitigazione.

Il sito del paese organizzatore, l’Egitto, sottolinea che è necessario lavorare sodo per mantenere vivo l'obiettivo di 1,5°C. Ciò richiede azioni audaci e immediate e una maggiore ambizione da parte di tutte le parti, in particolare di coloro che sono in grado di farlo e di coloro che possono dare l'esempio e lo fanno. In pratica: gli impegni attuali di riduzione dei gas serra sono ampiamente insufficienti, e occorrono azioni più forti, urgenti e coraggiose.

L’adattamento

L’accordo di Parigi sul clima prevede anche azioni di adattamento, cioè per convivere con gli eventi meteorologici estremi quali ondate di caldo, inondazioni, incendi boschivi, che sono diventati una realtà quotidiana della nostra vita.

I leader mondiali, i governi e gli stati firmatari della convenzione UNFCCC hanno ribadito il loro impegno alla COP26 per una maggiore azione globale sull'adattamento nella COP26. L'obiettivo globale sull'adattamento è stato uno dei risultati significativi della COP26.

A COP27 è necessario passare dalle parole ai fatti; i paesi sviluppati devono fornire i finanziamenti per i piani di adattamento, in particolare attraverso il Fondo di adattamento istituito nell'ambito dell'UNFCCC. Sebbene la promessa fatta alla COP26 di Glasgow di raddoppiare i finanziamenti per l'adattamento sia un ottimo inizio, è ancora ben lontana dall'importo effettivamente necessario ai paesi vulnerabili.

Dimostranti e attivisti climatici per le strade a Glasgow durante COP26 nel 2021- dubbi da parte delle ONG sulle opportunità di svolgere una Conferenza ONU sul Clima in un paese, l'Egitto, al centro di accuse di mancato rispetto dei diritti umani e con divieti di manifestare che al momento sarebbero ancora in vigore anche durante COP27.

Finanza climatica

Il fondo per l’aiuto ai paesi in via di sviluppo da 100 miliardi di euro all’anno previsto fin dalla COP 16 di Cancun, nel 2010, prevedeva di essere attivo e finanziato dal 2020 dai paesi più industrializzati. Gli impegni e le promesse esistenti, ancora insufficienti, richiedono un seguito al fine di fornire chiarezza su dove siamo e cosa occorre fare di più.

A COP27 è essenziale compiere progressi significativi sulla questione cruciale dei finanziamenti per il clima. E’ necessaria una maggiore trasparenza dei flussi finanziari e un accesso facilitato ai fondi per soddisfare le esigenze dei paesi in via di sviluppo.

I progressi nello stanziamento dei 100 miliardi di dollari annui creeranno maggiore fiducia tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, dimostrando che gli impegni effettivi vengono rispettati.

Malcontento di alcune ONG e dei Fridays for future

A un mese dall’evento, c’è malumore nella società civile. La Conferenza si svolge infatti in un paese, l’Egitto, spesso sotto accusa per il rispetto dei diritti umani.

Gruppi egiziani per i diritti umani chiedono al loro paese di liberare i prigionieri politici prima di ospitare il vertice della COP27. Diverse ONG hanno espresso preoccupazione per il fatto che l'Egitto avrebbe mantenuto il divieto di manifestare durante la conferenza.

Inoltre a Sharm El Sheikh, nonostante l’ampia ricettività alberghiera, si sta assistendo a un rialzo ingiustificato e speculativo dei costi di alloggio durante i giorni della COP27. Diversi osservatori sono stati costretti a rinunciare alla partecipazione a fronte di costi spropositati, anche di 4-5000 euro a settimana con siti che propongono addirittura camere a 44000 dollari per 7 giorni.

I giovani di Fridays for Future poi segnalano attraverso i social la contraddizione dell’annuncio da parte dell’organizzazione di alcuni sponsor ufficiali di COP27, a loro dire non certo coerenti con lo spirito e gli obiettivi di una conferenza sui cambiamenti climatici.

Gli spazi per stare dentro l'obiettivo 1.5°C sono sempre più ridotti, a Sharm sarà l'ennesima ultima occasione?