COP29 si chiude tra colpi di scena, polemiche e promesse vaghe: successo o fallimento? Il punto di Luca Lombroso
L’approvazione del " NCQG New Collettive Quanfied Goal on climate finance " sulla finanza climatica divide il mondo ambientalista e scontenta i paesi più vulnerabili. Approvato anche il nuovo mercato del carbonio. Saranno stanziati 300 miliardi di dollari all’anno, con promessa di arrivare a 1300, basteranno per limitare il riscaldamento a 1.5°C?
Si è conclusa dopo due settimane e con 36 ore di ulteriori discussioni la 29° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti climatici. A Bakù, in Azerbaijan, si è sfiorato il record assoluto di durata di una Cop, la plenaria si è chiusa formalmente alle 5:31 ora di Bakù. Solo la COP17 di Durban, COP 27 a Sharm el Sheik e la COP25 a Madrid sono durate più a lungo.
Una decisione presa quasi per sfinimento di delegati e osservatori, molti impossibilitati a rimanere così a lungo per non perdere i voli di rientro, e che come spesso succede vede una opposta esultanza per l’accordo e delusione per le decisioni al ribasso.
Le ultime concitate ore
Sabato pomeriggio il quotidiano Guardian ha rilevato nell’edizione on line che un delegato governativo dell’Arabia Saudita avrebbe modificato un testo negoziale ufficiale con frasi non concordate nel negoziato. Nella modifica, attribuita ad un funzionario del ministero dell’Energia, sarebbe stata eliminata una sezione chiave che incoraggiava i paesi a integrare percorsi di "giusta transizione" nei loro piani climatici nazionali, in linea con l’Accordo di Parigi
Questo atteggiamento, unito alla scarsa ambizione del testo sulla finanza climatica, ha portato ha portato il gruppo di paesi meno sviluppati e l'Alleanza delle Piccole Isole ad abbandonare temporaneamente i negoziati in segno di protesta.
Critiche sono arrivate anche dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, che ha denunciato le pressioni geopolitiche dei paesi produttori di combustibili fossili.
L'accaduto, senza precedenti, ha destato preoccupazioni sulla trasparenza e l'equità della presidenza della COP29.
Approvato il nuovo carbon market
Dopo anni di discussioni, fallimenti e rimandi alle successive COP, è stata approvata la nuova regolamentazione del mercato del carbonio. Un tema controverso e discusso, nato col Protocollo di Kyoto e che ha portato a discussioni, truffe e violazioni dei diritti umani.
Le nuove norme approvate a Bakù creano due diversi tipi di mercati, in cui i paesi scambieranno le riduzioni delle emissioni e le sconteranno dai loro piani climatici NDC.
Il presidente della COP29, Mukhtar Babayev, ha affermato che la decisione ha posto fine a una lunga attesa di regolamentazione dell’art.6 dell’Accordo di Parigi e che “ ha sbloccato uno strumento fondamentale per mantenere entro il limite di 1,5 gradi", ma gli molti osservatori hanno criticato le regole adottate.
il “NCQG New Collettive Quanfied Goal on climate finance”
Ogni COP approva una lunga serie di documenti, molti su aspetti squisitamente tecnici burocratici o procedurali, quest’anno sono usciti fra gli altri documenti su adattamento, diritti di genere e cambiamenti climatici, partecipazione della società civile, bambini e giovani
Quello che fa notizia però è soprattutto la “cover decision”, la decisione principale, di copertina, della COP. Il nome di quest’anno è “Nuovo Quantificato Collettivo sulla Finanza Climatica (NCQG)”.
"Questo nuovo obiettivo finanziario è una polizza assicurativa per l'umanità, in mezzo al peggioramento degli impatti climatici che colpiscono ogni paese", ha affermato Simon Stiell, Segretario esecutivo dell'ONU per i cambiamenti climatici. "Ma come qualsiasi polizza assicurativa, funziona solo se i premi vengono pagati per intero e in tempo. Le promesse devono essere mantenute, per proteggere miliardi di vite".
Il documento prevede di triplicare i finanziamenti ai paesi in via di sviluppo, passando dal precedente obiettivo di 100 miliardi di dollari annui a 300 miliardi di dollari annui entro il 2035. Prevede inoltre di garantire gli sforzi per aumentare i finanziamenti ai paesi in via di sviluppo, da fonti pubbliche e private, fino a raggiungere un importo di 1,3 trilioni di dollari all'anno entro il 2035.
Molti ambientalisti e i paesi più poveri e vulnerabili hanno criticato pesantemente l’accordo, i 1300 miliardi di dollari sono un auspicio vago, dovevano invece essere la cifra da stanziare e peraltro comunque insufficiente.
E la mitigazione?
Non esiste adattamento senza mitigazione, ma a Bakù non si è deciso nulla di nuovo sulle riduzioni di emissioni gas serra in atmosfera.
Anzi, il documento che avrebbe dovuto confermare e rafforzare le decisioni di COP 28 di “transitioning away from fossil fuel”, allontanamento graduale da combustibili fossili, non è stato nemmeno portato in plenaria. Sebastian Duyck, storico observer delle COP, ha postato in X “l'anno scorso il Global Stocktake si è concluso con il riconoscimento della necessità di eliminazione graduale #FossilFuels.
Ma la COP29 non può ripetere una dichiarazione perché l'Arabia Saudita ha attivamente ostacolato i colloqui risultato: nessun risultato sulla mitigazione!”.
Ricordiamo che con le promesse attuali il pianeta è avviato a un riscaldamento fra +2.6 e +2.9°C rispetto all’era preindustriale, non solo oltre gli 1.5°C già toccati peraltro quest’anno ma anche ben al di sopra anziché “ben sotto i 2°C” come prevederebbe l’accordo di Parigi.
La strada è lunga insomma, se ne riparlerà il prossimo anno già fra polemiche e dubbi sulla sede a COP30 che sarà ospitata dal Brasile a Belen.