Clima, iniziata la COP27. L’ONU: "siamo sull’autostrada per l’inferno"
In pieno svolgimento a Sharm el Sheikh i lavori della Conferenza ONU sul clima. Presenti circa 100 di capi di Stato, per l’Italia ha parlato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ecco la cronaca dei primi giorni del vertice.
Si è aperta con una solenne cerimonia in sala plenaria la 27° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti climatici. L’attesa mediatica e del mondo ambientalista sul vertice ONU in Egitto sul clima sta crescendo negli ultimi giorni, e la partecipazione nonostante i dubbi di molte ONG sui diritti umani sta rilevandosi da record.
Le prime giornate prevedono gli interventi dei leader di oltre 100 paesi e la presentazione dei dati scientifici aggiornati, oltre ai primi passi del negoziato, partito in salita.
L’apertura con l’allarme di Guterres
Nella cerimonia di apertura il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha avvertito che la guerra in Ucraina non è un motivo per indietreggiare sull'azione per il clima, ha colpito poi la frase secondo cui “Siamo su un’autostrada per l’inferno climatico con il piede ancora sull’acceleratore”.
Per i giovani è intervenuta Leah Namugerwa, un'attivista climatica dell’Uganda, che si è domandata se, per i leader mondiali, giustizia significhi "scegliere i profitti anziché le vite".
Altro intervento forte poi dal premio Nobel per la Pace Al Gore. L’ex vicepresidente USA ha chiesto di finirla col “colonialismo dei combustibili fossili”. Ha parlato di siccità e intrusione del cuneo salino in grandi fiumi come il Mississippi e il Nilo, e ha citato anche l’emergenza del Fiume Po in secca la scorsa estate.
Interviene anche Zelensky. Per l'Italia ha parlato Giorgia Meloni
Dopo la cerimonia di apertura è iniziata la sessione alto livello, con interventi di circa 100 capi di Stato e di Governo. Discorsi spesso di rito, ricorrente soprattutto nei leader europei il tema guerra Russia-Ucraina.
Al proposito, martedì è intervento in video messaggio Il presidente dell'Ucraina, Volodomyr Zelensky che ha sottolineato che "non ci puo' essere una efficace politica sul clima senza la pace. Per questo chiedo a tutti, Europa, Asia, Africa, America, Australia, di sostenere la nostra azione".
Per l’Italia è intervenuta la presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Il suo discorso è stato ritenuto da molti osservatori formale e standard. Assenti temi come perdita e danni e cenni ai negoziati. Ha riconosciuto la realtà della crisi climatica e l’urgenza di agire. Ha sottolineato l’interdipendenza delle tre sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e confermato che l’Italia si impegna a “fare la sua parte” per la decarbonizzazione in linea con gli impegni europei, -55% delle emissioni al 2030 e emissioni nette zero nel 2050.
Giorgia Meloni ha poi annunciato la creazione di un fondo climatico di 840 milioni di euro a favore dei paesi più vulnerabili. Questo fondo però sarà stanziato in 5 anni, e gran parte non saranno aiuti veri ma prestiti.
La premier ha affermato alla stampa di aver parlato con El-Sisi di diritti umani e dei casi Giulio Regeni e Patrick Zaki.
Il WMO lancia un sistema mondiale di allerta meteo
secondo l’Organizzazione Meteorologia Mondiale, gli ultimi otto anni, si avviano a diventare gli otto più caldi mai registrati, alimentati da concentrazioni di gas serra in costante aumento.
Questo rende urgente il tema adattamento, con un ruolo importante degli allerta. E’ stato così lanciato il piano “allerta precoci per tutti”, del costo in 5 anni di 3.1 miliardi di dollari. Il piano ha già il sostegno di 50 stati.
“Dobbiamo investire allo stesso modo in adattamento e resilienza. Ciò include le informazioni che ci consentono di anticipare tempeste, ondate di caldo, inondazioni e siccità. A tal fine, ho chiesto che ogni persona sulla Terra sia protetta da sistemi di allerta precoce entro cinque anni, con la priorità di supportare prima i più vulnerabili", ha affermato il segretario generale ONU Guterres.
Le ultime ore e il negoziato
La discussione e l’attesa maggiore è sui soldi, ovvero gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. I paesi poveri, poco responsabili del cambiamento climatico ma più colpiti, chiedono con urgenza il finanziamento del loss&damage, il meccanismo di aiuti sulle “perdite e danni” nei PVS.
Si sono svolti vari incontri dei gruppi negoziali, ma alcuni incontri, come l'articolo 6 sul mercato del carbonio che si trascina da COP25 di Madrid hanno dovuto essere rinviati. Il motivo non sono liti o dissidi, ma le sale troppo piccole, affollate e fredde per troppo uso dell’aria condizionata. Molti negoziatori e gli osservatori sono rimasti fuori. "Non posso credere di essere venuto in Egitto per guardare un webcast", ha postato un osservatore , "soprattutto vedendo quanto sia irregolare la connessione wifi".