Clima, in Europa è stato un 2023 eccezionale: ecco cosa dice l'ultimo rapporto di Copernicus appena pubblicato
È stato un 2023 pieno di record e situazioni climatiche estreme in Europa. Dal caldo alle alluvioni, dagli incendi alla fusione dei ghiacciai, ecco cosa dice l'ultimo rapporto sullo stato del clima europeo di Copernicus.
Il 22 aprile, in occasione dell'Earth Day, la Giornata internazionale del Pianeta Terra, il Copernicus Climate Change Service (C3S) dell'Unione Europea ha pubblicato congiuntamente con l'Organizzazione meteorologica mondiale, WMO, il rapporto annuale sullo stato del clima nel continente. Il rapporto si riferisce all'anno scorso, il 2023, e disegna uno scenario piuttosto preoccupante, disseminato di record ed eventi eccezionali in Europa.
Basato su dati e analisi scientifici, il rapporto mostra la continua tendenza allarmante dell’aumento delle temperature e degli impatti dei cambiamenti climatici in tutto il vecchio continente.
Temperature: il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa insieme al 2020
Il 2023, informa nel rapporto Copernicus, è stato l’anno più caldo mai registrato insieme al 2020, con 1,0°C sopra la media e 2,6°C sopra il livello preindustriale. Quasi l’intera regione ha avuto valori di temperature superiori alla media per l'intero anno, ad eccezione di Scandinavia, Islanda e Groenlandia sudorientale. Le temperature maggiormente al di sopra della media si sono registrate nell'Europa artica.
L'autunno è stato il secondo più caldo mai registrato per la regione, con un settembre eccezionalmente caldo in gran parte dell'Europa continentale, mentre novembre ha visto temperature fino a 6°C sopra la media nelle parti orientali della regione e nell'Artico europeo. Sappiamo che questo trend sta continuano anche nel 2024, visto che tutti i primi mesi dell'anno, da gennaio a marzo, sono stati i più caldi da quando ci sono dati
Le temperature in Europa sono state superiori alla media per 11 mesi all’anno, nel 2023, e c'è stato anche un numero record di giorni con "stress da caldo estremo".
Nel 2023 si è registrato anche un numero record di giorni con “stress da caldo estremo”, una situazione meteo con temperature estreme che ha enormi conseguenze sulla salute. In tutta Europa, informa Copernicus, sono sempre più numerosi i giorni in cui si verificano stress da caldo e sono in diminuzione i giorni con stress da freddo.
Il 2023 ha raggiunto un numero record di giorni con “stress da caldo estremo”, che equivale a temperature percepite superiori a 46°C. Questi giorni di caldo estremo sono anche molto pericolosi per la salute delle persone vulnerabili, e si stima che la mortalità legata al caldo sia aumentata di circa il 30% negli ultimi 20 anni.
Nell’Europa meridionale il numero di giorni di “stress da caldo molto forte” è stato davvero alto: il numero più alto di giorni (fino a 80) è stato registrato nel sud della Spagna. Alcune parti della Spagna meridionale e orientale, della Francia sudoccidentale, dell’Italia sudorientale, della Sardegna meridionale, della Grecia e della Turchia occidentale hanno registrato fino a 10 giorni di “stress da caldo estremo”.
Incendi devastanti
Per gran parte del 2023 il pericolo di incendi in tutta Europa è stato superiore alla media. Livelli elevati di pericolo di incendio sono stati riscontrati all’inizio dell’estate nell’Europa settentrionale e più avanti nella stagione nell’Europa sudoccidentale. Dall’inizio dell’anno la superficie bruciata cumulativa è stata superiore alla media.
In Grecia l'incendio più vasto mai avvenuto in Europa
In estate si sono verificati grandi incendi in Portogallo, Spagna, Italia e soprattutto in Grecia, che ha visto il più grande incendio mai registrato in Europa, con una superficie di circa 96.000 ettari.
La stagione degli incendi del 2023 ha visto la quarta area bruciata più grande mai registrata nell’Unione Europea, per un totale di circa 500.000 ettari.
Siccità e alluvioni
Il continente ha visto condizioni estreme anche sul fronte delle precipitazioni. In certe aree, come la Penisola Iberica, condizioni più asciutte della media hanno aggravato la siccità. In altre zone si sono verificate invece alluvioni, a seguito di precipitazioni molto abbondanti.
Circa 1,6 milioni di persone sono state colpite nel 2023 dalle inondazioni. Alcune delle alluvioni peggiori si sono verificate in Italia (a maggio in Emilia-Romagna, con inondazioni che hanno coperto un'area di circa 540 km2, 15 vittime e 36.000 sfollati), in Slovenia, Norvegia, Svezia, Grecia, Bulgaria e Turchia.
Temperatura superficiale del mare
Per l’intero 2023, la temperatura media della superficie marina (SST) in Europa è stata la più calda mai registrata. Parti del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico hanno registrato la SST media annua più calda mai registrata. A giugno, l’Oceano Atlantico a ovest dell’Irlanda e attorno al Regno Unito è stato colpito da un’ondata di caldo marino classificata come “estrema” e in alcune aree “oltre l’estremo”, con SST fino a 5°C sopra la media.
Luglio e agosto hanno visto ondate di caldo marino nel Mar Mediterraneo, con SST che hanno raggiunto 5,5°C sopra la media in alcune aree, o fino a condizioni “estreme”.
Ghiacciai e neve
Gran parte dell’Europa ha registrato meno giorni di neve rispetto alla media nel 2023, in particolare nell’Europa centrale e nelle Alpi durante l’inverno e la primavera. La Scandinavia sudoccidentale ha registrato anomalie dei giorni di neve vicini o superiori alla media in molte località durante l’inverno e la primavera. I ghiacciai di tutte le parti d’Europa hanno registrato una perdita netta di ghiaccio nel 2023.
Nel 2023 le Alpi hanno registrato un’eccezionale perdita di ghiaccio dei ghiacciai, legata all’accumulo di neve invernale inferiore alla media e al forte scioglimento estivo dovuto alle ondate di caldo. Negli ultimi due anni i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 10% del loro volume.
Buone notizie sul fronte delle rinnovabili
L’anno ha visto una percentuale record della produzione effettiva di elettricità da fonti rinnovabili in Europa, pari al 43%. La domanda di elettricità legata al clima è stata superiore alla media nell’Europa meridionale, a causa del raffreddamento artificiale con i condizionatori richiesto durante le eccezionali temperature estive, e in Scandinavia, dove temperature più fresche della media per diversi mesi hanno portato ad un aumento della domanda di riscaldamento.
L’aumento dell’attività temporalesca da ottobre a dicembre ha comportato un potenziale superiore alla media per la produzione di energia eolica. Per l’anno nel suo complesso, il potenziale di generazione di energia solare fotovoltaica è stato inferiore alla media nelle parti centrali e nordoccidentali dell’Europa, e superiore alla media nell’Europa sudoccidentale e meridionale.
Il potenziale per la produzione di energia idroelettrica è stato superiore alla media in gran parte dell’Europa per l’intero anno, a causa delle precipitazioni e della portata dei fiumi superiori alla media.