Coronavirus, crollo delle emissioni di CO2: "ora diventi strutturale"
Nuovi studi confermano il crollo delle emissioni di CO2 negli ultimi mesi per l'emergenza coronavirus e conseguente blocco di trasporti e attività industriali. Ma non basta: continua a crescere la concentrazione in atmosfera. Gli esperti: "ora il calo diventi strutturale".
Si moltiplicano in queste ultime settimane gli studi sul crollo delle emissioni di CO2 a seguito del lockdown per l'emergenza coronavirus. Il blocco dei trasporti e di parte del mondo industriale per l'emergenza sanitaria ha portato a un crollo senza precedenti dell'utilizzo di combustibili fossili: c'è stata quindi una forte riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Questa drastica riduzione è esattamente quello che la comunità scientifica, e poi anche i movimenti per il clima negli ultimi mesi, chiede da anni per evitare la catastrofe climatica.
Il problema è che il crollo delle emissioni di CO2 registrato fra marzo e aprile è stato causato da uno shock mondiale, da un'emergenza sanitaria. La preoccupazione degli esperti è che dopo il lockdown tutto torni come prima (se non peggio). E chiedono che si vada verso un cambio di sistema, una riduzione strutturale.
I dati infatti ci dicono che se non si riducono in modo strutturale le emissioni di CO2, vivremo una crisi climatica che cambierà radicalmente i nostri territori, con conseguenze ben più gravi e pesanti dell'attuale pandemia di COVID-19. E non bastano due mesi di stop: il riscaldamento globale sta continuando in questi mesi.
Intanto, andiamo a vedere ora cosa dicono gli studi sul crollo della CO2.
Lo studio sul crollo della CO2 in 7 città europee
Uno studio dell'infrastruttura europea Icos - integrated carbon observation system pubblicato negli ultimi giorni, ha evidenziato che le emissioni di CO2 si sono ridotte fino al 75% in sette città europe . Lo studio ha rilevato una chiara connessione tra le restrizioni e la riduzione delle emissioni. "Le riduzioni vanno dall'8% in un'area urbana molto vegetata di Berlino, in Germania, al 75% nel centro della città di Heraklion in Grecia", afferma il professor Dario Papale, direttore del Centro tematico dell'ecosistema ICOS.
La fase dopo il lockdown: "le emissioni potrebbero superare il periodo pre-blocco"
C'è però un dato preoccupante: il possibile aumento del traffico nel periodo post-lockdown.
Dario Papale afferma che “le misurazioni saranno molto importanti per monitorare i modelli di emissione nelle prossime settimane e mesi, quando le auto private saranno probabilmente preferite ai trasporti pubblici per evitare assembramenti. Ciò potrebbe portare ad una rapida crescita delle emissioni che potrebbe persino superare quelle del periodo di pre-blocco."
Crollo CO2 in Italia: -35% durante il lockdown
Il dossier "Effetti del lockdown sulle emissioni di CO2 in Italia, prima analisi congiunturale" di Italy for Climate, pubblicato negli ultimi giorni, mostra che anche a livello nazionale il calo delle emissioni di CO2 in Italia è stato davvero importante.
A partire dai dati nazionali sui consumi elettrici, di gas e di prodotti petroliferi, Italy for Climate ha stimato solo per il mese di marzo 2020 un taglio di quasi 6 milioni di tonnellate di CO2 causato dal crollo dei consumi energetici, pari a -17% rispetto allo stesso mese del 2019.
Ad inizio aprile il crollo dei consumi energetici è stato ancora più forte, con una riduzione delle emissioni di CO2 del 35% rispetto ad un periodo di normale attività. Più della metà di questa riduzione è dovuta al crollo dei prodotti petroliferi, che si sono ridotti di oltre il 50% per la forte contrazione della mobilità pubblica e privata.
Con il blocco delle attività produttive e commerciali, i consumi di gas metano si riducono del 26% e contribuiscono per circa un terzo alle minori emissioni di CO2 del lockdown, mentre i consumi elettrici si riducono del 23%.
Carbon Brief: fino a 2000 tonnellate di CO2 in meno
Anche il sito di informazione Carbon Brief fotografa la straordinaria riduzione di emissioni di CO2 dei mesi di lockdown: potrebbe essere del 5,5% rispetto al 2019, pari a 2000 MtCO2, 2 miliardi di tonnellate.
"La riduzione di CO2 deve diventare strutturale>"
Secondo quanto riportato da Italy for Climate, una iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile promossa da imprese e associazioni, la riduzione delle emissioni di CO2 causata dal lockdown è curiosamente molto vicina a quello che dovrebbe essere il taglio dei gas serra da raggiungere in appena un decennio per centrare gli obiettivi di Parigi e non far precipitare la crisi climatica.
Fino ad ora, ne abbiamo parlato qui, abbiamo ridotto le emissioni di circa il 19% rispetto al 1990: entro i prossimi dieci anni dovremmo ridurle di almeno un altro 35% per arrivare al -50/55% sancito dalla comunità scientifica come target climatico al 2030.
"Non perdere la sfida climatica"
Quanto accaduto negli ultimi mesi ci dà un'idea dello sforzo che dobbiamo mettere in campo nei prossimi anni. Secondo Italy for Climate, adesso è importante non perdere la sfida climatica: garantire gli stessi livelli di emissioni di un lockdown ma con piena produttività economica ed elevati livelli di occupazione.
COVID-19, l' appello per una “ripartenza migliore”
Intanto, una serie di personalità del mondo della scienza e dell'ecologismo fra cui anche il meteorologo Luca Lombroso, collaboratore di Meteored Italia, ha inviato un appello alle massime cariche dello stato italiano affinché non si perda l'occasione della ripartenza dopo il lockdown, in questo maggio 2020, per cambiare il paese in termini di sostenibilità. Non solo quindi riduzione delle Co2, ma anche un cambiamento di sistema, basato sulla sostenibilità ambientale.