Clima, il 2020 uno degli anni più caldi e nel 2021 emissioni record
Secondo il nuovo rapporto della WMO il 2020 è stato uno degli anni più caldi da quando esistono dati. Intanto l'Agenzia Internazionale dell'Energia avvisa: nel 2021 boom di emissioni di CO2. Il 22-23 aprile, vertice sul clima organizzato dagli USA.
L'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) ha pubblicato il rapporto "State of the Global Climate 2020" con i dati relativi alla situazione climatica nel mondo nell'anno 2020. Secondo la WMO l'anno passato è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, nonostante il fenomeno di raffreddamento di La Niña.
La temperatura media globale nel 2020 è stata di circa 1,2°C Celsius superiore alla media del livello preindustriale (1850-1900). Il dato ancor più preoccupante è che i sei anni dal 2015 ad oggi sono stati i più caldi ed il decennio 2011-2020 è stato il più caldo mai registrato.
Nuove conferme: gli ultimi anni i più caldi mai registrati
“Sono passati 28 anni da quando l'Organizzazione meteorologica mondiale ha pubblicato il primo rapporto sullo stato del clima nel 1993 - ha affermato il segretario generale della WMO, Petteri Taalas - motivato dalle crescenti preoccupazioni sui cambiamenti climatici. Oggi la nostra conoscenza dei sistemi climatici, così come la potenza di calcolo dei sistemi modellistici è cresciuta, ed abbiamo inoltre 28 anni di nuovi dati che mostrano aumenti significativi della temperatura su terra e mare, nonché altri cambiamenti come l'innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci marini e dei ghiacciai e cambiamenti nei modelli di precipitazione - ha aggiunto. Ciò sottolinea la solidità della scienza del clima basata sulle leggi fisiche che governano il comportamento del sistema climatico".
“Tutti i principali indicatori climatici evidenziano un cambiamento climatico inarrestabile e continuo, un aumento e un'intensificazione di eventi estremi e gravi perdite e danni, che colpiscono persone, società ed economie - ha affermato ancora il segretario generale della WMO. La tendenza negativa continuerà per i prossimi decenni indipendentemente dal nostro successo nella mitigazione. È quindi importante investire nell'adattamento", ha aggiunto.
Il 22 e 23 aprile il Leaders Summit sul clima
La presentazione di questo rapporto sullo stato del clima arriva alla vigilia del vertice virtuale sul clima che si terrà il 22-23 aprile, il Leaders Summit voluto dal nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, Biden, che sta cercando di recuperare il terreno perduto negli anni dell'amministrazione Trump e che vuole aumentare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Fra tutti, mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali entro la fine del secolo, se possibile entro i 1,5° C.
Le parole del segretario dell'ONU, Antonio Guterres
“Questo rapporto mostra che non abbiamo tempo da perdere - ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. "Il clima sta cambiando e l'impatto di questi cambiamenti climatici ha un costo troppo elevato per le persone e per il pianeta: questo è l'anno dell'azione. I paesi devono impegnarsi a ridurre le emissioni nette entro il 2050. Devono presentare, ben prima della COP26 di Glasgow, ambiziosi piani nazionali sul clima che taglieranno collettivamente le emissioni globali del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030. E devono agire ora per proteggere le persone dagli effetti disastrosi del cambiamento climatico”, ha affermato.
La concentrazione di CO2 nell'atmosfera continua ad aumentare
Intanto, nonostante lo stop ai trasporti nei primi mesi della pandemia e nonostante i minori spostamenti legati al turismo, le concentrazioni dei principali gas a effetto serra sono aumentate anche nel 2020. La concentrazione di CO2 ha superato le 410 parti per milione (ppm), informa la WMO, e potrebbe raggiungere o superare i 414 ppm nel 2021. Il rallentamento economico ha temporaneamente depresso le nuove emissioni di gas serra, ma non ha avuto un impatto percettibile sulle concentrazioni atmosferiche.
Nel 2021 previsto un boom di emissioni
E sui prossimi mesi arrivano le preoccupanti previsioni dell'AIE, l'Agenzia Internazionale dell'Energia, che nel suo Global Energy Review avvisa: nel 2021 le emissioni di CO2 aumenteranno, invertendo in larga parte il calo registrato lo scorso anno a causa della pandemia. Nel 2021 si potrebbe registrare il secondo maggior incremento di emissioni mai registrato nella storia (il primo fu quello del 2010, dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008-2009) in buona parte spinto dall'uso del carbone e del petrolio nei paesi emergenti, per alimentare una rapida ripresa.
"Le emissioni globali di CO2 - ha affermato il direttore esecutivo dell'Aie, Faith Birol - dovrebbero aumentare di 1,5 miliardi di tonnellate quest'anno, guidate dalla ripresa dell'uso del carbone nel settore energetico". "Questo - ha aggiunto - è un terribile avvertimento sul fatto che la ripresa economica dalla crisi legata al Covid è attualmente tutt'altro che sostenibile per il nostro clima".
Anche l'Aie ha lanciato un appello affinché le nazioni si impegnino in "azioni immediate" prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP26, fissata per novembre a Glasgow. "Se i governi di tutto il mondo non si muovono rapidamente per iniziare a tagliare le emissioni, è probabile che nel 2022 dovremo affrontare una situazione ancora peggiore", ha avvertito Birol.