Caos climatico: l’ondata di caldo globale in aria e in mare del 2023 supera ogni limite! Cosa sta succedendo?
Luglio 2023 ha visto eventi estremi senza precedenti. Gli scienziati osservano andamenti preoccupanti nei parametri climatici globali. Si discute sulle cause: cosa sta accelerando il riscaldamento globale? Il mondo si trova di fronte a una situazione critica, l'urgenza di agire per affrontare la crisi climatica è sempre più evidente.
Ondate di caldo estremo, temporali violenti, grandinate devastanti, downburst, tornado, incendi: il mese di luglio 2023 passerà alla storia meteoclimatica dell’Italia e più in genere dei paesi del Mediterraneo.
In attesa di elaborare le statistiche, sappiamo già di diversi record battuti. Il 24 e 25 luglio passerà alla storia per i record di caldo assoluti battuti in molte stazioni meteo in Sardegna e Sicilia. Fra questi, i 47.0°C di Olbia e i 47.4°C di Palermo Osservatorio Astronomico non hanno precedenti.
Record opposto al nordest dove l’ESSL European Severe Storms Laboratory ha certificato il chicco di grandine più grosso mai caduto in Europa.
Certo presi singolarmente questi sono eventi meteo, ma sono perfettamente in linea non solo con i trend globali di aumento di eventi estremi e con un 2023 che sembra lanciarci moniti di una accelerazione del cambiamento climatico.
Scienziati preoccupati: ecco cosa sta succedendo
Da diverse settimane vari climatologi osservano preoccupati andamenti inconsueti di vari parametri osservativi.
Lo scorso 3 luglio 2023 è stato definitivo il “giorno più caldo di sempre”, con una temperatura media globale di 17.01°C questo giorno a livello globale non ha precedenti almeno da quando esistono i termometri. In base ai dati paleoclimatici indiretti comunque è probabile che questo giorno sia il più caldo da almeno 125000 anni.
Nel contempo si guarda con preoccupazione alle temperature dei mari, sono in corso varie ondate di caldo marino e in particolare gli indici di SST, anomalia di temperatura del mare, nell’alto oceano Atlantico indicano anomalie di +1.4°C, con temperature mai viste ad alte latitudini nell’acqua dell’oceano.
Lo scienziato e scrittore del libro “Climate Casinò” Eliot Jacobson, ha tweetato preoccupato l’andamento della superficie del ghiaccio marino antartico, che si trova ai minimi storico inferiore di 6 volte la deviazione standard rispetto alla media.
Le cause: tante ipotesi, c’entra El Nino?
Sulle cause di questa indubbia accelerazione del global warming, la discussione è aperta. Non vi è certo dubbio sulla presenza del riscaldamento nonché sulla causa antropica dei cambiamenti climatici, ma resta da capire il perché di queste accelerazioni.
Vi sono varie ipotesi, a partire naturalmente dalla nuova fase di El Nino. E’ noto che gli anni più caldi della Terra sono concomitanti con fasi positive della SOI, Southern Oscillation index, legata strettamente appunto al fenomeno del El Nino. A questo si sovrappone comunque il trend di crescita delle temperature globali dovuto ai cambiamenti climatici. Tuttavia questa fase di accelerazione pare iniziata prima dell’instaurarsi di anomalie positive di temperatura nell’oceano Pacifico, inoltre l’entità delle anomalie non è spiegabile solo con El Nino.
Altre ipotesi: feedback SO2 e eruzione alle isole Tonga
Si fanno largo altre ipotesi a giustificazione o anzi a preoccupazione per l’accelerazione della crisi climatica.
Leon Simons, ricercatore sui cambiamenti climatici e membro del Club di Roma, è un acceso sostenitore della possibilità che sia in atto un feedback inaspettato ma da lui e altri annunciato. L’introduzione di carburanti nautici più puliti, a minor tenore di zolfo, ha ridotto le emissioni di SO2 a partire dal 2020, anno di entrata in vigore di un apposito trattato. L’anidride solforosa però svolge una azione raffreddante, perché riflette la radiazione solare.
Altra ipotesi riguarda l’eruzione avvenuta alle Isole Tonga nell'Oceano Pacifico il 14 gennaio 2022. Questa avrebbe causato l’immissione fino alla stratosfera di grandi quantità di vapor acqueo, che è un gas serra e potrebbe aver contribuito a queste enormi anomalie.
Feedback sconosciuti?
Il clima è un sistema non lineare complesso. Conosciamo molte cose, facciamo molte ipotesi, ma il rischio di fenomeni “a sorpresa”, l’innesco di feedback sconosciuti o il superamento di punti di non ritorno non ben noti o incerti nella soglia è sempre stata ai primi posti delle preoccupazioni di scienziati e ambientalisti.
Non sappiamo con precisione se le cause delle follie meteoclimatiche estreme di luglio dipendono da quanto citato sopra o da altro.
Sappiamo però che stiamo scherzando, letteralmente, col fuoco. E il fuoco, grande scoperta pe rla storia dell’umanità, a lungo termine presenta il conto all’umanità stessa. Soprattutto per aver bruciato e continuare a bruciare combustibili fossili, nonché deforestando.
Qualunque sia la causa di quel che sta succedendo, la cura la sappiamo: smettere di bruciare petrolio, gas e carbone e in genere abbandonare la combustione di qualsiasi cosa, e smettere di deforestare.