Campi Flegrei, nuovo studio della sismicità in corso: è davvero possibile un'eruzione vulcanica nell'area?

Un nuovo studio scientifico ha esaminato la sismicità verificatasi nella caldera dei Campi Flegrei, una delle aree vulcaniche più monitorate al mondo, nota per la sua complessa dinamica bradisismica.

campi flegrei
Una veduta aerea dell'aerea dei campi Flegrei, con il Monte Nuovo, sede dell'ultima eruzione avvenuta in tempi storici.

Dal 2005 i Campi Flegrei sono soggetti a una nuova fase bradisismica, attualmente ancora in corso, che sta generando molta apprensione nella popolazione a seguito dei frequenti sciami sismici, e che viene monitorata continuamente con strumenti all'avanguardia. Nuovi studi vengono pubblicati frequentemente per capire cosa sta succedendo sotto questa grande caldera vulcanica, tra le più monitorate al mondo perché situata in un'area densamente popolata.

I Campi Flegrei, lo ricordiamo, sono un'area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli. A differenza del più noto Vesuvio, non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, informa l'INGV in una pagina dedicata (indicazioni alla fine dell'articolo), con diversi centri vulcanici situati all'interno e in prossimità di un'area depressa chiamata caldera.

I Campi Flegrei sono un'area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli. A differenza del più noto Vesuvio, non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un vasto campo vulcanico noto come caldera. Quest'area è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo.

Questa caldera, formatasi molte migliaia di anni fa a causa di grandi eruzioni vulcaniche, è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo. Durante queste crisi il suolo può sollevarsi fino a diversi mesi, generando terremoti locali e danneggiando le costruzioni.

Le crisi bradisismiche ai Campi Flegrei

Le crisi bradisismiche più recenti sono avvenute tra il 1970 ed il '72 e nel periodo 1982-84. In questi casi, in particolare nell'area di Pozzuoli, si è arrivati a un sollevamento totale massimo di circa 3,5 m.

Dopo quelle crisi si è avuto un periodo di generale subsidenza, ma a partire dal 2005 un'inversione del fenomeno ha portato ad un costante sollevamento del suolo, al momento ancora in atto.

Dal 2005 è in atto una crisi bradisismica, con sollevamento del suolo e frequenti terremoti.

Questo fenomeno di sollevamento, ampiamente studiato e monitorato dagli scienziati, ha come effetto una moderata sismicità (aumentata negli ultimi tempi), che causa apprensione nella popolazione. Tra i motivi della preoccupazione della popolazione locale c'è la paura che questo fenomeno possa sfociare in una eruzione. L'ultima eruzione nella zona risale al 1538, quando si formò il piccolo cono vulcanico di Monte Nuovo, ed i vulcanologi cercano da anni di capire se è possibile in futuro un nuovo evento eruttivo.

pozzuoli
Pozzuoli, situato nell'area dei Campi Flegrei, è uno dei comuni maggiormente interessai dai sollevamenti del suolo dovuti al bradisismo.

Allo stato attuale il livello di allerta dei Campi Flegrei è GIALLO, come stabilito dal Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei risultati del monitoraggio e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi. Tale livello, a differenza del livello di allerta “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, è indice della variazione di alcuni dei parametri monitorati dall'INGV.

Cosa dice l'INGV sulla situazione attuale?

Secondo quanto hanno più volte affermato gli esperti dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV), la caldera è monitorata da un sistema di monitoraggio multiparametrico continuo. Tutti i dati forniti da tale sistema, al momento, non mostrano evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanica, tantomeno di grandi proporzioni.

Tutti i dati forniti dal sistema di monitoraggio, al momento, non mostrano evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanica, tantomeno di grandi proporzioni. Si tratta di una delle aree vulcaniche più controllate del mondo, e qualsiasi segnale di pericolo verrebbe subito comunicato alla popolazione.

Gli esperti ricordano anche, alla luce di alcune notizie sensazionalistiche uscite su canali di televisione e pagine Internet, che nessuna delle 70 eruzioni avvenute nell’area dei campi Flegrei negli ultimi 15.000 anni, dopo il collasso calderico del Tufo Giallo Napoletano, si avvicina neanche lontanamente allo scenario mostrato da alcuni mezzi di comunicazione. In sostanza, se una eruzione dovesse verificarsi (e ci sarebbero segnali che la anticiperebbe), non sarebbe una "supereruzione" come quelle avvenute decine di migliaia di anni fa.

Certo, anche se piccola, l'eruzione avverrebbe in un'area densamente popolata e quindi il rischio vulcanico aumenta, proprio per la vicinanza delle abitazioni alla eventuale futura area eruttiva.

Il nuovo studio sui Campi Flegrei

Con lo studio “Space and time distribution of seismic source energy at Campi Flegrei, Italy through the last unrest phase (1.1.2000–31.12.2023)” appena pubblicato sulla rivista internazionale ‘Physics of the Earth and Planetary Interiors’, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno analizzato un rilevante set di dati sulle variazioni spazio-temporali dei parametri sismici, acquisiti tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, con l’obiettivo di comprendere meglio i fenomeni che caratterizzano l'attuale crisi vulcanica.

La ricerca ha evidenziato che la distribuzione spaziale e temporale dei terremoti avviene prevalentemente in sciami, con una durata media di circa un giorno per ogni sciame.

Edoardo Del Pezzo, associato di ricerca dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e primo autore dello studio, precisa “A partire dal 2010 abbiamo osservato un incremento del numero di sciami e di eventi all'interno di ciascuno di essi, suggerendo un’evoluzione dell’attività sismica della caldera. Tuttavia, non abbiamo rilevato un aumento significativo del momento sismico totale, ovvero dell'energia rilasciata, all'interno di ciascuno sciame nel tempo”.

"A partire dal 2010 abbiamo osservato un incremento del numero di sciami e di eventi all'interno di ciascuno di essi, suggerendo un’evoluzione dell’attività sismica della caldera". Edoardo Del Pezzo, associato di ricerca dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e primo autore dello studio

Un aspetto innovativo dello studio ha riguardato l'analisi della densità spaziale dell'energia sismica.

Ampliamento delle zone di frattura

Francesca Bianco, Direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV e coautrice dello studio, specifica “Negli ultimi 15 mesi - da ottobre 2022 a dicembre 2023 - si è rilevato un ampliamento delle zone di frattura nella parte occidentale della caldera, a una profondità di circa 3000 metri sotto il livello del mare. Questa zona di maggiore fratturazione coincide con aree caratterizzate da forti contrasti di attenuazione sismica, suggerendo un'intensa attività di deformazione delle rocce.

La distribuzione della densità spaziale dell’energia sismica, insieme allo studio statistico della distribuzione temporale dei terremoti, evidenziano importanti proprietà del bradisismo, confermando che la fase di instabilità dei Campi Flegrei è ancora in corso, con un progressivo ampliamento delle zone di frattura verso sud e ovest rispetto a misurazioni effettuate 22 mesi prima, da dicembre 2020 a ottobre 2022”.

Questo studio suggerisce l’utilità del monitoraggio in continuo del parametro della densità spaziale dell’energia sismica, insieme alla classica distribuzione spaziale degli ipocentri.

Quest'ultima, infatti, nel caso di numerosi eventi in volumi relativamente di piccole dimensioni, non permette una visione immediata della reale energia in gioco, che è invece un parametro cruciale per comprendere l'evoluzione della crisi bradisismica in atto e per contribuire a definire eventuali scenari evolutivi del fenomeno vulcanico.

L'importanza del monitoraggio

La ricerca si inquadra negli innumerevoli progetti in corso volti alla comprensione dell'affascinante fenomeno del bradisismo flegreo, importante non solo per motivi scientifici ma anche per l'enorme impatto sociale di un'eventuale eruzione nell'area.

Riferimenti allo studio:

Edoardo Del Pezzo, Francesca Bianco, Space and time distribution of seismic source energy at Campi Flegrei, Italy through the last unrest phase (1.1.2000–31.12.2023), Physics of the Earth and Planetary Interiors, Volume 356, 2024, 107258, ISSN 0031-9201, https://doi.org/10.1016/j.pepi.2024.107258

Per approfondire sui Campi Flegrei:

Sito dell'Osservatorio Vesuviano - INGV https://www.ov.ingv.it/index.php/cf-inquadramento