COP 29 al via in Azerbaijan, l'elezione di Trump cambierà tutto nei negoziati ONU sul clima?

La 29° Conferenza ONU sul clima si svolgerà nelle prossime due settimane a Baku, in Azerbaijan. Ecco di che cosa si discuterà. Nel frattempo Trump si appresta a salire alla Casa Bianca, sarà l’addio definitivo alle speranze di stare entro gli 1.5°C?

Conto alla rovescia per il 29° vertice ONU sul clima, quest'anno la sede è l'Azerbaijan, paese petrolifero e con problemi di rispetto dei diritti umani. A complicare le cose ecco il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump.

Prende il via lunedì 11 novembre la COP 29, 29° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici, organo decisionale della Convenzione ONU sul clima (UNFCCC), stipulata nel 1992 all’Earth Summit di Rio de Janeiro.

Il vertice 2024 si tiene a Baku, in Azerbaijan, scelta che ha lasciato molti perplessi sia per motivi di diritti umani sia perché paese petrolifero. C’è però attesa per la COP29, non solo per i temi in discussione ma anche per la recente salita alla Casa Bianca di Donald Trump.

Obiettivo 1.5°C; a che punto siamo?

L’UNEP, agenzia per l’ambiente delle Nazioni Unite, ha pubblicato il GAP Report 2024 che sarà presentato nei side event a COP29. Il Gap report è un rapporto annuale con cui l’ONU fa il punto sull’andamento delle emissioni serra e sul divario che hanno con il percorso che sarebbe necessario per rispettare di obiettivi di 2°C e di 1.5°C.

Secondo l’UNEP, è ancora tecnicamente possibile stare dentro gli 1,5°C, ma servono tagli alle emissioni rapidi e radicali. Nel dettaglio, al prossimo aggiornamento dei Nationally Determined Contributions (NDC), previsti nel 2025 prima della COP30 prevista in Brasile, i paesi dovrebbero renderli notevolmente più ambiziosi e, soprattutto, rispettare gli impegni.

Sono necessari tagli del 42 percento entro il 2030 per i 2°C e del 57 percento entro il 2035 per raggiungere l'obiettivo di 1,5°C.

Un fallimento nell'aumentare l'ambizione nei nuovi NDC e nell’attuarli, sottolinea UNEP, metterebbe il mondo sulla strada di un aumento della temperatura di 2,6-3,1°C nel corso di questo secolo. Ciò porterebbe impatti devastanti su persone, pianeta ed economie.

I temi in discussione a COP29

Di fronte a questi dati, verrebbe da aspettarsi che a Baku i paesi si mettano sul serio fin da subito a migliorare i loro target di riduzione delle emissioni. E invece sarà di nuovo una COP di discussioni procedurali e soprattutto, stavolta, finanziare.

Tema centrale infatti sarà la finanza climatica. In pratica si discuterà di soldi, in varie sfaccettature del problema finanziario legato al clima.

La finanza climatica riguarda tre grandi aspetti: mitigazione, adattamento e risarcimento per perdite e danni (loss and damage). Mitigazione e adattamento richiedono miliardi di dollari per ridurre le emissioni e adattare i territori agli impatti climatici, mentre il risarcimento è destinato ai paesi più vulnerabili.

Nonostante l’ aumento dei flussi finanziari raggiunto nelle ultime COP, rimane una notevole distanza tra i fondi necessari e quelli attualmente promessi, spesso peraltro non effettivamente stanziati.

Diritti umani e preoccupazioni per la sicurezza delle comunicazioni

Amnesty International esprime preoccupazioni sulla libertà di manifestare durante la COP29.

“Sollecitiamo tutte le delegazioni che prenderanno parte alla Cop29 a premere sul governo dell’Azerbaigian perché ponga fine all’assalto alla società civile, garantisca i diritti alla libertà di espressione, di associazione e di protesta pacifica durante e dopo la conferenza e adotti provvedimenti concreti per invertire la rotta rispetto al deterioramento della situazione dei diritti umani”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

Vi sono poi preoccupazioni sulla sicurezza informatica e riservatezza delle comunicazioni, tanto che i parlamentari dell'Ue che parteciperanno la delegazione presente a Baku sarà fornita di telefoni e computer portatili usa e getta e destinati al solo uso durante COP29. Si temono infatti intercettazioni e ingerenze di agenti stranieri, come ha dichiarato a Euronews l’eurodeputato Verde Michael Bloss, preoccupato anche per la lentezza del percorso verso la fine dell'era dei combustibili fossili.

I grandi leader assenti

Già prima della rielezione di Trump, l’attuale Presidente USA Joe Biden aveva annunciato la sua assenza dalla sessione alto livello in cui interverranno i leader dei vari paesi. Assente anche il Presidente della Russia Vladimir Putin, che ha disertato tutte le ultime edizioni delle COP.

Solitamente attiva e presente con molti premier l’Europa, stavolta sarà invece assente la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ed il Presidente della Francia Emmanuel Macron.

Dovrebbero comunque presenziare circa 100 leader di vari paesi, fra cui Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia e Spagna.

Trump nuovamente presidente USA: quale futuro per l’accordo di Parigi?

A complicare il negoziato, è arrivata la rielezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti. Già nel precedente mandato, fra le sue prime decisioni vi fu la fuoruscita degli USA dall’accordo di Parigi sul Clima, poi rientrati appena arrivato alla Casa Bianca Joe Biden.

Da sempre contrario agli accordi sul clima e alle fonti rinnovabili, Trump quasi certamente farà il bis, facendo carta straccia della firma al trattato sul clima.

Trump aveva anche ventilato l’ancor più forte azione di uscire dalla Convenzione UNFCCC, il che sarebbe un fatto senza precedenti nella storia della convenzione. Azione però che potrebbe nuocere agli USA stessi, che paradossalmente possono far più danni restando e ostacolando nuove decisioni.

Nel frattempo, le temperature globali sono già prossime alla soglia di +1.5°C sul periodo preindustriale, il che riduce comunque al lumicino le speranze di rispettare gli impegni presi a Parigi nel 2015 da tutti i paesi del mondo.