Antartide, ghiaccio troppo sottile: difficoltà per la spedizione italiana
Antartide, condizioni anomale nel pack marino: problemi per la 38° spedizione italiana per il ghiaccio troppo sottile, difficoltà di atterraggio alla base Mario Zucchelli.
Il 19 ottobre scorso, con l’arrivo del primo contingente tecnico alla stazione Mario Zucchelli, in Antartide, ha preso il via la 38° spedizione italiana nel continente antartico. La spedizione coinvolgerà 240 tra tecnici e ricercatori impegnati in 50 progetti, focalizzati principalmente su scienze dell’atmosfera, geologia, paleoclima, biologia, oceanografia e astronomia, informa in una nota l'agenzia nazionale Enea.
Il 19 ottobre sono arrivati nella base i primi venti italiani. La base Mario Zucchelli, una delle due stazioni utilizzate dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), è situata nell’area di Baia Terra Nova, lungo la costa (74°42’ Sud e 164°07’ Est) a 15 m s.l.m. È aperta da metà ottobre a metà febbraio, con temperature tra -25°C e +5°C.
Il compito di questo primo contingente, composto da tecnici, è la riattivazione degli impianti della base, chiusa dal febbraio scorso, e la predisposizione della pista sul pack marino per consentire l’atterraggio del C130J della 46ma Brigata Aerea della nostra Aeronautica Militare.
Antartide: ghiaccio troppo sottile per l’ atterraggio
Purtroppo, si legge in una nota nel sito ufficiale della spedizione italiana in Antartide, le misure eseguite nell’area di ghiaccio marino (fast-ice) sede delle operazioni di atterraggio hanno confermato i timori derivati dalle preliminari analisi delle immagini satellitari che evidenziavano, nell'intera area del Mare di Ross condizioni non usuali.
Già nel tardo Febbraio 2022 i dati satellitari mostravano, in forte controtendenza rispetto alle misurazioni iniziate alla fine degli anni ’70 sull’intero continente antartico, una forte riduzione di estensione nella copertura di ghiaccio marino.
Il ghiaccio marino nell’area antistante la Stazione mostra spessori dell’ordine del metro rispetto agli usuali 2 metri, ed il mare libero è oramai presente con una profonda insenatura all’interno del Gerlache Inlet arrivando, nell’area della Stazione di ricerca sino a Punta Stocchino. Nel corso della 38° Spedizione del PNRA non sarà pertanto possibile effettuare collegamenti intercontinentali atterrando sulla ice-runway, informa il sito della spedizione.
“Nonostante le inevitabili difficoltà, stiamo cercando di adattarci e limitare al massimo le conseguenze sulla spedizione - dice Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA. "Stiamo prendendo accordi con il Programma Antartico Americano con cui abbiamo ottimi rapporti di collaborazione, per valutare tutte le opzioni possibili, deviando sulla base americana di McMurdo situata a 350 km circa da MZS, parte delle operazioni aeree necessarie a trasportare il personale scientifico-logistico ed il cargo necessario”.
Unitamente ai tecnici della Aeronautica Militare italiana, verrà valutata la possibilità di poter utilizzare la pista di atterraggio in ghiaia di Boulder Clay, in fase di completamento.
Scarso spessore del ghiaccio marino, le possibili cause
Paolo Grigioni, responsabile dell’Osservatorio Meteorologico del PNRA presso la stazione Mario Zucchelli, ha spiegato quali sono le possibili cause dello scarso spessore riscontrato del giaccio marino, evento mai registrato finora.“Tra gennaio e settembre 2022 la stazione meteorologica Eneide installata nei pressi della stazione Mario Zucchelli ha registrato diversi episodi prolungati nel tempo di vento forte attorno ai 40 nodi - spiega Paolo Grigioni- e anche numerosi picchi oltre i 100 nodi.
Sin da fine aprile il pack nel Gerlache Inlet si è ripetutamente fratturato ed è stato portato via dal vento creando una zona di mare aperto. Nel mese di luglio un lungo periodo con venti che hanno superato anche 100 nodi ha portato nuovamente via il ghiaccio liberando l’area antistante MZS fino a circa la metà del mese di agosto e non lasciandogli il tempo di consolidarsi in uno spessore più elevato”. In effetti, proprio nel corso delle operazioni di verifica delle strutture della Base e dei sistemi di monitoraggio presenti nelle aree circostanti sono stati riscontrati diversi danneggiamenti dovuti all’effetto del forte vento.