Compagnie petrolifere danneggiano l'Amazzonia durante la pandemia
Compagnie petrolifere stanno approfittando della crisi economica per trivellare, acquistare e sfruttare le riserve naturali nel continente americano. In questo articolo parliamo della situazione in Amazzonia.
Ciò che sta attualmente accadendo nella giungla amazzonica, uno dei più grandi polmoni del nostro pianeta, è una calamità che deve coinvolgere tutti noi. Le perdite di greggio dalle condutture e dalle condotte delle compagnie di estrazione contaminano i fiumi utilizzati per l'acqua potabile, danneggiando le persone e la fauna selvatica della regione.
Gruppi etnici e leader indigeni, attraverso un rapporto internazionale, chiedono aiuto per fermare le compagnie petrolifere che trivellano le aree vulnerabili dell'Amazzonia, e questo perché l'attenzione sociale è focalizzata sulla pandemia causata dal Coronavirus. Queste compagnie erodono il suolo della giungla senza alcuna supervisione.
Il 22 maggio, la Giornata internazionale della biodiversità, i media internazionali tra cui Reuters e Al Jazeera News, hanno pubblicato un video con un messaggio che chiede aiuto per proteggere la foresta pluviale amazzonica dalle compagnie petrolifere.
"Abbiamo curato questa bellissima foresta pluviale per tutta la vita e ora invitiamo tutti a condividere la nostra visione", ha detto a Reuters Television Domingo Peas, leader della nazione Achuar dell'Ecuador. "Dobbiamo trovare una nuova strada, post-petrolio, per lo sviluppo economico, per il benessere di tutta l'umanità, non solo delle popolazioni indigene".
Conseguenze nocive sull'ambiente
Sembra che gli episodi incendiari che questa giungla soffre non siano danni sufficienti. È facile dedurre che con impuniti atti di inquinamento e sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, uno degli scudi naturali contro gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici viene distrutto. Le comunità indigene che vivono all'interno della giungla hanno notato cambiamenti drastici nel deterioramento dell'ecosistema della regione.
Si dice che l'Ecuador e il Perù potrebbero perdere metà della giungla, un'area ricca di fauna selvatica. Habitat di giaguari, delfini di fiume rosa, anaconde, scimmie urlatrici e migliaia di altre specie, aree che sono considerate parte integrante della salute della più grande foresta pluviale del mondo.
Nel frattempo gli scienziati ambientali temono che l'ecosistema venga danneggiato inesorabilmente, e potrebbe passare da assorbire biossido di carbonio ad essere un importante sorgente di emissione di gas serra. I leader indigeni commentano che con i grandi incendi e la dilagante deforestazione in atto in Brasile, la conservazione delle foreste vergini in remote parti del Perù e dell'Ecuador potrebbe essere l'unica a offrire un'opportunità per la sopravvivenza del bioma più grande del mondo.
Il Coronavirus frena le cause ambientali
Non solo l'Amazzonia subisce l'abuso delle grandi aziende, ma i progetti che danneggiano l'ambiente continuano ad avanzare principalmente nel continente americano. Con la crisi economica, il settore industriale ne approfitta facendo accaparramento di terreni vulnerabili e interessando aree di riserva naturale.Le comunità temono che il dolore causato dalla pandemia possa incoraggiare i politici a perseguire una massiccia espansione dell'industria petrolifera attraverso società statali che dominano il settore in Ecuador e Perù.