Clima, allarme dal nuovo rapporto IPCC pubblicato oggi: "agire subito"
Ecco cosa dice il nuovo rapporto IPCC sui cambiamenti climatici pubblicato il 9 agosto del 2021. Nuovi dati allarmanti, conferme di quanto già si sapeva e un nuovo campanello d'allarme: fermare le emissioni di CO2 e altri gas serra.
È stato pubblicato oggi, 9 agosto 2021, l'ultimo rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC). Da questo nuovo rapporto emergono nuovi dati molto allarmanti e la richiesta, rivolta ai decisori, di un immediato stop alle emissioni di CO2 ed in generale di gas serra. Se fermassimo
Gli scienziati rilevano cambiamenti nel clima della Terra in ogni regione e in tutto il sistema climatico. Molti di questi cambiamenti, sottolineano gli scienziati dell'IPCC, sono senza precedenti in migliaia, se non centinaia di migliaia di anni e sono in rapida intensificazione.
Tuttavia, informa ancora l'IPCC, forti e costanti riduzioni di emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra limiterebbero i cambiamenti climatici.
Il nuovo rapporto IPCC 2021
Il rapporto del Gruppo di lavoro 1 dell’IPCC, Cambiamenti Climatici 2021 è stato approvato venerdì 6 agosto da 195 governi membri del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici nel corso di una sessione virtuale.
“Questo rapporto riflette sforzi straordinari in circostanze eccezionali”, ha detto Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. “Le innovazioni contenute in questo rapporto e i progressi nella scienza del clima che esso riflette, forniscono un contributo inestimabile ai negoziati sul clima e ai processi decisionali”.
Riscaldamento più veloce
Il rapporto fornisce nuove stime sulle possibilità di superare il livello di riscaldamento globale di 1,5°C nei prossimi decenni. A meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, si legge nel rapporto, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà un obiettivo fuori da ogni portata.
Questa realtà era già emersa negli ultimi tempi: gli obiettivi fissati a Parigi nel 2015, quindi mantenere il riscaldamento del pianeta al di sotto dei 2°C rispetto all'era pre-industriale, sono difficilissimi da raggiungere se continuiamo a emettere gas serra nell'atmosfera ai ritmi attuali. In sostanza, non stiamo facendo abbastanza.
Un quadro sempre più chiaro
Mediamente nei prossimi 20 anni, secondo il rapporto, la temperatura globale dovrebbe raggiungere o superare 1,5°C di riscaldamento.
Questa valutazione si basa sulle serie di dati osservati utilizzate per valutare il riscaldamento avvenuto nel passato. Queste serie di dati sono migliorate rispetto alle analisi precedenti.
“Questo rapporto è un riscontro oggettivo (reality-check)”, ha detto la co-presidente del Gruppo di Lavoro I dell’IPCC, Valérie Masson-Delmotte. “Ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, che è essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come ci possiamo preparare”.
Cambiamenti in intensificazione ovunque nel pianeta
Molte caratteristiche dei cambiamenti climatici dipendono direttamente dal livello di riscaldamento globale, ma ciò che le persone vivono in prima persona in diverse aree del pianeta è spesso molto diverso dalla media globale. Per esempio, il riscaldamento sulla superficie terrestre è più elevato rispetto alla media globale, nell’Artico è più del doppio.
“I cambiamenti climatici stanno già influenzando ogni regione della Terra, in molteplici modi. I cambiamenti che stiamo vivendo aumenteranno con un ulteriore incremento del riscaldamento”, ha detto il co-presidente del Gruppo di Lavoro I dell’IPCC, Panmao Zhai.
Con 1,5°C di riscaldamento globale, ci si attende un incremento del numero di ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. Con un riscaldamento globale di 2°C, gli estremi di calore raggiungerebbero più spesso soglie di tolleranza critiche per l’agricoltura e la salute.
Ma la temperatura non è l’unico elemento in gioco. I cambiamenti climatici stanno portando molti cambiamenti in diverse regioni, e tutti aumenteranno con un ulteriore riscaldamento. Questi includono cambiamenti nei valori dell’umidità, nei venti, nella neve e nel ghiaccio, nelle aree costiere e negli oceani.
Esempi di cambiamenti
I cambiamenti climatici stanno intensificando il ciclo dell’acqua. Questo porta, in alcune regioni, piogge più intense e inondazioni ad esse associate, in molte altre regioni porta a siccità più intense.
I cambiamenti climatici stanno influenzando gli andamenti delle precipitazioni. Alle alte latitudini, è probabile che le precipitazioni aumentino, mentre ci si attende che diminuiscano in gran parte delle regioni subtropicali.
Per le aree costiere ci si attende un continuo aumento del livello del mare per tutto il XXI secolo che contribuirebbe a inondazioni costiere più frequenti e gravi nelle aree basse rispetto al livello del mare e all’erosione delle coste. Eventi estremi riferiti al livello del mare che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, entro la fine di questo secolo potrebbero verificarsi ogni anno.
Un ulteriore riscaldamento intensificherà lo scioglimento del permafrost, la perdita della copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e della calotta polare, e la perdita del ghiaccio marino artico estivo.
I cambiamenti nell’oceano quali il riscaldamento, le più frequenti ondate di calore marino, l’acidificazione degli oceani e la riduzione dei livelli di ossigeno in mare sono stati chiaramente collegati all’influenza umana, si legge nel rapporto.
Per le città, alcuni aspetti dei cambiamenti climatici possono risultare amplificati. Tra questi, le ondate di calore (le aree urbane sono di solito più calde dei loro dintorni), le inondazioni dovute a forti precipitazioni e l’aumento del livello del mare nelle città costiere.
L’influenza umana sul clima passato e futuro è ormai indiscusso. “È chiaro da decenni che il clima della Terra stia cambiando, e il ruolo dell’influenza umana sul sistema climatico è indiscusso”, ha detto Masson-Delmotte.
Il rapporto mostra anche che le attività umane hanno ancora il potenziale per determinare il corso del clima futuro. È chiara l’evidenza scientifica che mostra che l’anidride carbonica (CO2) è il principale motore dei cambiamenti climatici, anche se altri gas serra e inquinanti atmosferici contribuiscono a influenzare il clima.