Alla scoperta dei frutti dimenticati: questi sono alcuni dei più comuni nella stagione autunnale
Alla scoperta dei frutti dimenticati, un tempo molto diffusi in Italia ed ormai introvabili. Dai corbezzoli alle cotogne, ecco alcuni di questi frutti d'autunno, che oggi vengono lentamente riscoperti.
Ci stiamo addentrando nell'autunno, una stagione ancora ricchissima di frutta di stagione. Uva, pere, mele, noci, castagne, sono solo alcuni dei tanti frutti di cui possiamo godere all'inizio dell'autunno. Poi arriveranno i mesi invernali, dominati dagli agrumi, come le arance e i mandarini, frutta di stagione che viene prodotta in Italia soltanto nelle regioni del centro-sud.
L’inverno un tempo era povero di frutta per i contadini dell’Italia centrale e settentrionale: mancavano infatti gli agrumi, ricchezza d’inverno. Per rimediare a questa scarsità si raccoglievano i frutti di alberi rustici e resistenti alle malattie, con frutta che poteva essere conservata per tutto l’inverno. Tra questi si segnalano le sorbe, le pere volpine, le giuggiole, i frutti del corbezzolo, le cotogne, le azzeruole, i melograni, le corniole.
Vicino alle case contadine dell'Italia c'era sempre uno di questi piccoli alberi o arbusti, i cui frutti venivano raccolti in questa stagione e che poi erano conservati in vario modo, sotto zucchero, in salse, marmellate o preparazioni agrodolci.
Sono frutti meno conosciuti, alcuni addirittura sconosciuti alla maggior parte della popolazione, che sono stati però per moltissimo tempo fondamentali nella nostra alimentazione. Oggi vengono ricordati per questo come "frutti dimenticati", e in questo articolo andremo a scoprire.
I frutti del corbezzolo
Il corbezzolo (genere Arbutus, tra cui spicca la specie Arbutus unedo), è un albero sempreverde che si presenta spesso come arbusto, molto diffuso nel Mediterraneo. Dà dei frutti dall'aspetto di bacche di colore rosso, di circa 2 centimetri, dal sapore dolce, che maturano tra ottobre e dicembre.
Le giuggiole
Oggi è sconosciuto ai più, ma uUn tempo nell'Italia centrale ogni casolare aveva il suo giuggiolo. Il nome di questa pianta (nome scientifico Ziziphus jujuba), viene dal greco e vuol dire "muoversi a zig zag", perché la forma dei suoi rami ricorda proprio questo movimento. Originario dell'Asia, questo albero - che si presenta più come un arbusto - venne importato in Italia dai Romani ai tempi di Augusto. Cresce soprattutto nell'Italia centro-meridionale.
Le foglie hanno un colore verde brillante, ed i rami hanno lunghe spine adunche. I frutti sono piccoli e molto dolci, e si conservano fino a due mesi. Venivano usati per il famoso "brodo di giuggiole", dolcissimo, il cui segno è rimasto nel nostro linguaggio, per indicare gioia e contentezza per qualcosa. In questo caso, per la bontà di questo frutto cotto insieme allo zucchero.
Le sorbe
Il sorbo è un altro albero che non mancava nelle campagne italiane e vicino ai casolari contadini. Originario dell'Europa meridionale, questo albero ha un aspetto maestoso, dal bel portamento a cupola, che si ricopre in primavera di bei fiori bianchi divisi a mazzetti.
Produce un frutto conosciuto come sorba. Esistono più varietà del genere Sorbus, come Sorbus domestica (il Sorbo domestico), o Sorbus terminalis (ciavardello), che producono frutti simili, simili a delle pere, con dimensioni tra i 2 ed i 4 cm. I sorbi venivano piantati anche per fare da tutore alla vite.
Le cotogne
I frutti del cotogno, appartenente al genere Cydonia, sono conosciuti come cotogne, oppure - a seconda dell'aspetto - mele cotogne o pere cotogne. L'albero che le produce è uno degli alberi da frutto più antichi che siano conosciuti.
Le cotogne, note per il loro profumo molto forte, non possono essere consumate crude, ma una volta cotte regalano ottime marmellate ed anche la cotognata, un dolce fatto in casa che ha radici antichissime.
La riscoperta dei frutti dimenticati in Italia
In questo articolo abbiamo visto solo alcuni dei "frutti dimenticati" che un tempo erano diffusissimi in Italia e che hanno perso importanza fino a scomparire dalla nostra tavola, tagliati fuori dal mercato per diversi motivi.
Negli ultimi anni c'è però in Italia un movimento di riscoperta di questi antichi frutti, spinto da una riscoperta delle tradizioni contadine del nostro Paese. Tra le manifestazioni di rivalorizzazione di questi frutti si ricorda la Festa dei Frutti Dimenticati di Casola Valsenio.
Per approfondire
https://www.parcoappennino.it/pdf/Frutti-dimenticati.pdf
https://fiorievecchiepezze.wordpress.com/2019/12/05/frutti-dimenticati/