5 cose da sapere sugli tsunami: dove sono più frequenti e devastanti, come si formano e come possiamo proteggerci?
Il 5 novembre è la Giornata mondiale della consapevolezza sugli tsunami. Cosa sono questi fenomeni, come si formano, dove sono più frequenti e pericolosi nel mondo, e come proteggersi?
Tsunami è una parola giapponese che significa “onda nel porto”, fenomeno naturale tra i più temuti al mondo. Il motivo per cui in Giappone si chiama così fin dall'antichità, è che si osservava come in certi casi, soprattutto a seguito di forti terremoti in mare, queste onde superavano le dimensioni di qualsiasi altro moto ondoso devastando i porti e le aree costiere.
Con questo termine si indicano una serie di onde che superano la linea di costa, invadendo aree costiere e riuscendo in certi casi a penetrare per diversi chilometri nell'entroterra, causando enormi devastazioni.
Il 5 novembre è la Giornata mondiale della consapevolezza sugli tsunami, World Tsunami Awareness Day, istituita nel 2015 dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri (United Nations Office for Disaster Risk Reduction, UNDRR) e per questo pubblichiamo oggi questo articolo, nel quale andremo a vedere 5 curiosità su questo temibile fenomeno naturale.
Come si forma uno tsunami, o maremoto?
Un maremoto nasce dallo spostamento istantaneo di una grande massa d'acqua. Questo enorme spostamento di acqua è causato nella maggior parte dei casi da forti terremoti con epicentro in mare o vicino alla costa.
La maggior parte degli tsunami (circa l’80% del totale) è generata da forti terremoti sottomarini. In certi casi anche frane sottomarine e attività vulcanica sottomarina possono generare tsunami.
L'enorme massa d'acqua che viene spostata da questi eventi, genera onde che si propagano molto velocemente percorrendo grandi distanze, con altezze quasi impercettibili per chi ad esempio sta navigando in quell'area, anche inferiori al metro. Le lunghezze d’onda, cioè la distanza tra un’onda e la successiva, possono però raggiungere alcune decine di chilometri.
Avvicinandosi alla costa, la velocità dell'onda diminuisce mentre la sua altezza aumenta rapidamente, anche di decine di metri. È a questo punto che l'enorme spostamento d'acqua si trasforma in tsunami, cioè in onde che possono causare enormi devastazioni lungo la costa.
Le onde di maremoto si distinguono dalle comuni onde del mare per alcune caratteristiche. Le comuni onde marine, prodotte dal vento, muovono solo la parte più superficiale dell’acqua, non provocando alcun movimento in profondità.
Le onde di maremoto, invece, muovono tutta la colonna d’acqua, dal fondale alla superficie. Per questo, a differenza delle altre onde, hanno una forte energia capace di spingerle a gran velocità per molte centinaia di metri nell’entroterra e il loro impatto sulla costa è, quindi, molto più forte.
I 4 tsunami più devastanti della storia recente
Alcuni degli tsunami più devastanti della storia recente sono stati i seguenti.
Cile, 1960
15 minuti dopo il più grande terremoto della storia del Cile, conosciuto come terremoto di Valdivia, onde di 20 metri devastarono una vasta area della costa cilena, nel Pacifico. Morirono 2.000 persone.
A causare questo enorme maremoto fu l'evento sismico più forte della storia recente, un terremoto di magnitudo 9,5 avvenuto il 22 maggio del 1960, probabilmente uno dei più grandi eventi sismici mai avvenuti sulla Terra. Le onde di maremoto raggiunsero, molte ore dopo, anche le Hawaii e il Giappone.
Giappone, 2011
Lo tsunami dell'11 marzo 2011 è unno dei più devastanti che il Giappone abbia subito in tempi storici. Onde alte più di 10 metri causarono più di 20mila vittime. A generare questo tsunami fu, anche in questo caso, un fortissimo terremoto con epicentro al largo della costa giapponese, di magnitudo 9,1.
Le onde di tsunami devastarono la costa giapponese, e raggiunsero - anche se con altezze inferiori - anche coste molto più lontane.
Italia, 1908
ll 28 dicembre del 1908 un terremoto di magnitudo 7.1 scosse lo Stretto di Messina, causando devastazioni nelle città italiane di Messina (Sicilia) e Reggio Calabria. Migliaia di persone fuggirono sui lungomare lontano dagli edifici ma onde di 12 metri si abbatterono sulla costa, causando moltissime vittime. Il terremoto ed il maremoto insieme causarono oltre 120mila morti, in quello che è stato l'evento catastrofico peggiore della storia recente d'Europa.
Indonesia, 2004
Quello del 26 dicembre 2004 è stato il più grande tsunami del XXI secolo. Venne generato da un fortissimo terremoto di magnitudo 9,3, con epicentro nell'Oceano Indiano. Si arrivarono a registrare onde di 30 metri. Lungo le costa dell'Oceano Indiano il maremoto causò oltre 227.000 morti, in quella che è stata una delle maggiori catastrofi della storia recente.
Quali sono le aree più esposte agli tsunami?
L’area maggiormente interessata dagli tsunami è quella dell’Oceano Pacifico, dove la maggior parte degli eventi si concentra lungo l'“anello di fuoco”, o "cintura di fuoco", un'area caratterizzata da elevata attività sismica e dalla presenza di molti vulcani.
Altre aree sismiche e vulcaniche molto attive che generano tsunami sono quelle localizzate nell’Oceano Indiano. Maremoti, sia distruttivi che di minore entità, avvengono anche nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. È stato stimato che il 14% degli tsunami storicamente documentati sia avvenuto proprio in quest’area, in cui la placca Africana e quella Europea si scontrano. Basti ricordare il grande terremoto e tsunami che devastarono Lisbona nel 1755.
Uno dei quattro Intergovernmental Coordination Groups dell’UNESCO-IOC si occupa proprio dell’Atlantico nord-orientale e nel Mediterraneo (NEAMTWS).
Come possiamo metterci al riparo? L'importanza della prevenzione
Come per i terremoti, anche per i maremoti è molto importante la prevenzione. Conoscendo le aree esposte al pericolo tsunami, quindi dove è più alta la probabilità che possa esserci un maremoto, possiamo prevenire i danni, ad esempio migliorando i sistemi di allerta. Importantissima la consapevolezza dei rischi da parte della popolazione.
Le aree più esposte del mondo sono quelle del Pacifico, dove è già attivo un sistema di allerta tsunami all'avanguardia, che ha però bisogno di continui miglioramenti. Il Pacific Tsunami Warning System, con sede alle Hawaii e gestito dagli USA, è un sistema di allerta all'avanguardia che avvisa quali aree costiere si trovano ad affrontare un pericolo imminente.
Il passaggio successivo fondamentale, dopo l'allerta anticipata, è l'avviso alla popolazione con altoparlanti ed attraverso i telefoni, con messaggi che esortano la popolazione a mettersi in salvo. Ci sono infatti minuti preziosi dal momento dell'allerta a quello in cui arrivano le onde: molte persone possono mettersi in salvo.
Tsunami nel Mediterraneo, quali rischi ci sono?
Anche il mar Mediterraneo è esposto ai maremoti, anche se in questo bacino altamente popolato sono meno frequenti rispetto al Pacifico. A partire dal 1600 a.C. ad oggi, nel mar Mediterraneo si sono verificati almeno 290 maremoti, alcuni dei quali distruttivi. Le coste greche e italiane sono le più esposte al fenomeno, ma sono esposte anche quelle di Portogallo e Spagna. Negli ultimi anni sono in fase di sviluppo sistemi di monitoraggio e allerta.
Per approfondire
Centro Allerta Tsunami Italia e Mediterraneo - https://cat.ingv.it/it/
Maremoto, sei preparato? - Protezione Civile Italiana - https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/maremoto/sei-preparato/