Il 30 febbraio è esistito in passato: ecco quando, e perché oggi questo mese dura solo 28 o 29 giorni
Il 29 febbraio desta molte curiosità, perché è un giorno che esiste soltanto ogni quattro anni, ma può essere ancora più curioso scoprire che in passato è esistito il 30 febbraio. Ecco quando, e perché non c'è più questa data nel nostro calendario.
Quando febbraio ha 29 giorni desta molta curiosità, ma potrebbe sorprendere ancor di più sapere che c'è stato un tempo in cui è esistito anche il 30 febbraio. In questo articolo scopriremo quando e perché. Prima però, dobbiamo fare un salto indietro per capire quali problemi si incontrano quando si deve dividere un anno solare in mesi, incasellando il tempo astronomico in un calendario.
Il nostro calendario ha molti secoli di storia
Il calendario che usiamo tutti i giorni è il calendario gregoriano, in uso fin dal 1582 in Europa. Si chiama così dal nome del papa Gregorio XIII, che ne promulgò l'entrata in vigore ormai più di cinque secoli fa.
Questo calendario si assomiglia moltissimo al calendario giuliano che era stato introdotto da Giulio Cesare più di duemila anni fa, e si struttura in dodici mesi, che hanno una durata variabile tra 30 e 31 giorni. Tranne uno: il mese di febbraio, che ha una durata di 28 giorni, che diventano 29 negli anni bisestili.
C'è incertezza sul perché febbraio venne scelto come mese più corto. La decisione di rendere febbraio il mese più corto risale agli antichi Romani, e la traccia di quella decisione è arrivata fino ai giorni nostri.
La grande novità che inserirono i Romani con la riforma di Giulio Cesare (con un calendario elaborato dall’astronomo egizio Sosigene di Alessandria), fu l'introduzione degli anni bisestili.
L'introduzione degli anni bisestili: a che servono?
Gli anni bisestili sono anni dalla durata di 366 giorni, e sono stati adottati perché la Terra impiega un po' più di 365 giorni a completare il moto di rivoluzione intorno al Sole. La Terra impiega infatti 365 giorni, 5 ore e 49 minuti a completare un'orbita completa intorno alla nostra stella. Visto che il nostro anno normale dura 365 giorni, significa che ogni quattro anni si è accumulato un errore di circa 24 ore, che viene recuperato aggiungendo un giorno in più a febbraio.
L'unico difetto di questa soluzione è che approssima l'anno del nostro calendario, facendolo diventare di 365,25 giorni, cioè 365 giorni e 6 ore, mentre la durata reale è di qualche minuto in meno. Questo difetto, accumulatosi dai tempi dell'antica Roma fino al 1582, aveva creato un errore che rischiava di portare la celebrazione della Pasqua verso l'estate.
È in quel momento che si decide di inserire delle correzioni, con il calendario gregoriano. La riforma gregoriana del 1582 corresse l'errore eliminando di un colpo dieci giorni, e poi inserì una correzione ai bisestili. Invece di ripetersi ogni quattro anni, avrebbero avuto una eccezione: non sarebbero stati bisestili gli anni secolari non divisibili per 400, come ad esempio il 1700, il 1800 ed il 1900. In quel modo, si è evitato di accumulare nuovi errori di sfasamento tra il nostro calendario ed i tempi reali astronomici.
Il 30 febbraio è esistito
La riforma gregoriana del calendario non venne adottata da tutti i paesi europei allo stesso tempo. I primi ad adottare il nuovo calendario furono i paesi dell'Europa occidentale, come l'attuale Italia, la Francia e la Spagna, mentre altri avrebbero tardato decenni o addirittura secoli ad adottarlo. È il caso della Svezia, che nel 1700 usava ancora il calendario di Giulio Cesare.
Secondo quanto riporta il sito "Time and Date", nel 1700 la Svezia (che all'epoca comprendeva anche la Finlandia) decise di passare dal calendario giuliano al calendario gregoriano. Avrebbe potuto farlo usando la stessa drastica decisione presa più di un secolo prima dagli altri paesi dell'Europa occidentale, eliminando di un solo colpo dieci giorni, ma venne scelta una strada meno "invasiva". Si decise cioè di eliminare tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740.
Nel 1700 si adottò il calendario gregoriano, e quell'anno non fu bisestile (per la regola secondo la quale non sono bisestili gli anni secolari divisibili per 400), ma il 1704 ed il 1708 rimasero anni bisestili per errore, e la Svezia non sincronizzò il suo calendario su quello gregoriano.
Per correre ai ripari (nel mezzo di una certa confusione), si decise quindi di restare nel calendario giuliano, ma a questo punto andava recuperato il giorno "perduto" nel 1700, quando per il calendario giuliano sarebbe dovuto esistere il 29 febbraio, mentre per quello gregoriano non doveva esistere. Venne presa quindi una decisione curiosa: quella di 'creare' il 30 di febbraio. Fu nel 1712, anno bisestile, quando la Svezia introdusse questa data unica e speciale, che non è mai esistita in altre parti del mondo.
Il passaggio definitivo della Svezia al calendario gregoriano avvenne soltanto nel 1753, e quella volta si decise di fare come altri paesi europei avevano fatto quasi due secoli prima, eliminando 11 giorni.
La Svezia non è stata l'unica ad avere un 30 di febbraio. Nel 1930 e nel 1931, l'Unione Sovietica da poco nata applicò il "calendario rivoluzionario sovietico", ispirato al calendari rivoluzionario francese. In quei due anni esistette un 30 di febbraio, ma negli anni a venire venne ripristinata la lunghezza normale.