Potremmo bere acqua su Marte? Un progetto cerca di estrarre e trasformare l’acqua del pianeta rosso in una fonte di vita
Molto spesso la realtà va oltre la nostra immaginazione e di recente la NASA ha deciso di finanziare un progetto a dir poco avveniristico: estrarre e trasformare l’acqua di Marte.

Come ben sappiamo l’acqua è un elemento essenziale per la sussistenza della vita su un pianeta, perlomeno per quanto riguarda la nostra.
In vista di future missioni con equipaggio su Marte diventa quindi cruciale poter avere la disponibilità di acqua direttamente sul pianeta rosso.
Grazie a MOXIE, acronimo di Mars Oxygen ISRU Experiment, uno strumento in dotazione del rover Perseverance, siamo riusciti a produrre ossigeno dall’atmosfera marziana, anche questo fondamentale per missioni umane su Marte, e ora ci accingiamo a raggiungere questo nuovo obiettivo.
La NASA ha deciso di finanziare un progetto ambizioso
Negli ultimi anni in molti hanno proposto idee su come farlo ma la recente novità sta sul fatto che la NASA ha iniziato a finanziarne una, quella di Lydia Ellen Tonani-Penha, che approfondirà il problema nell’ambito del programma NSTGRO (Space Technology Graduate Research Opportunities).
Il progetto esplorerà i modi per purificare la salamoia congelata o liquida di cui Marte è intriso ma che al contempo è estremamente tossica per tutte le forme di vita di nostra conoscenza.
Il mese scorso, alla 56° conferenza annuale di scienze lunari e planetarie che si tiene in Texas è stato presentato l’abstract del progetto. Durante la presentazione è stato delineato un piano composto da 5 punti con cui i ricercatori puntano a valutare e affrontare la sfida di purificare l’acqua marziana per renderla adatta al consumo umano.

Ovviamente il primo punto di questo piano consiste in una accurata revisione della letteratura. Infatti come già accennato negli anni sono state sviluppate molte idee e quindi esiste un ampio filone di ricerca legato alla composizione del regolite marziano e sui metodi per riuscire a ripulirlo dal miscuglio altamente tossico con cui è mescolato.
Un problema ben noto agli esperti di esplorazione del pianeta rosso è sicuramente quello relativo ai perclorati, composti presenti quasi ovunque sulla superficie di Marte nonché estremamente tossici. Ovviamente è possibile rimuoverli, ma questo è un processo decisamente complesso e dispendioso in termini di energia necessaria per farlo.
Rientrerà quindi tra i compiti di questo nuovo progetto lo sviluppo di un metodo efficace ma quanto più possibile economico e fattibile.
Un anno di tempo per completare la ricerca
Una volta sviluppata la teoria per riuscire ad estrarre l’acqua da Marte bisognerà costruire un sistema prototipo per testare la validità.
Il prototipo sarà quindi testato in condizioni quanto più possibile simili a quelle presenti nell’emisfero nord del pianeta rosso, ovvero il luogo dove l’acqua ghiacciata sotto la superficie marziana è relativamente comune. Ovviamente nello sviluppo del prototipo e nella sua costruzione verranno considerate anche le proprietà di conduzione termica ed elettrica del regolite e altri specifici fattori.
Infine l’ultimo punto del programma prevede la proposta di sviluppi futuri per il proseguimento delle ricerche in questo ambito.
È infatti innegabile che, malgrado i numerosi progetti di ricerca che hanno come fulcro Marte e la sua abitabilità, ci sia ancora molta strada da percorrere prima di avere un sistema completo ed efficiente per la produzione di acqua pulita su questo pianeta, figuriamoci quanto ancora bisognerà lavorare per arrivare a parlare dell’utilizzo di un simile sistema per eventuali missioni umane.