La NASA utilizza la tecnologia “Autonomy Choreography” per predire il futuro, e ora vuole portarla sulla Luna
La NASA ha sviluppato un complesso sistema in grado di mettere in comunicazione operatori e macchine diverse che potrebbe essere utilizzato anche nelle future esplorazioni lunari.

Gli esperti del Centro di Ricerca Ames della NASA, in California, hanno sviluppato un sistema in grado di unire varie infrastrutture come software, strumenti, protocolli, normative e politiche che possano poi permettere una condivisione sicura e protetta dei dati. Non solo, questo sistema è in grado di fornire una previsione logica delle azioni di diversi operatori e macchine.
Questa struttura estremamente complessa prende il nome di Data & Reasoning Fabric (DRF), inizialmente è stata progettata per fornire capacità decisionali ai droni autonomi dell’aviazione ma in futuro potrebbe essere utilizzata anche in altri ambiti, come ad esempio per l’esplorazione della Luna.
Una sorta di coreografia di mezzi e macchinari autonomi
Il team della NASA, per dimostrare quindi l’impatto di questa tecnologia, ha collaborato con la città di Phoenix, in Arizona, per sviluppare una strategia in grado di migliorare il trasporto di forniture mediche essenziali dalle aree urbane alle comunità rurali, dove l’accesso a tali risorse è limitato.
Il sistema ha quindi identificato in maniera autonoma le aree con maggiore necessità e ha diretto un drone a raccogliere e consegnare le forniture in modo rapido e sicuro.

In realtà veicoli e macchinari autonomi avanzati sono già utilizzati in alcune industrie, come quella dell’estrazione mineraria moderna, tuttavia questi sistemi incontrano difficoltà di comunicazione quando operano nello stesso spazio.
Per risolvere questo tipo di problemi sfruttare una sorta di coreografia del DRF potrebbe essere la soluzione, permettendogli di lavorare assieme migliorando al contempo l’efficienza. A tal proposito i ricercatori della NASA stanno già valutando eventuali compagnie minerarie per capire le difficoltà attualmente riscontrate in grado di offrire soluzioni per il futuro.
Una volta terminati i vari test sul nostro pianeta la NASA punta poi a sfruttare questa tecnologia per riuscire a migliorare le operazioni sulla Luna. Infatti si potrebbero utilizzare veicoli autonomi per trasportare materiali, perforare e scavare, mentre i mezzi di lancio arrivano sul nostro satellite e ripartono.
Sono in programma numerosi altri test
Per raggiungere questo obiettivo l’agenzia spaziale statunitense sta già valutando di compiere ulteriori test del DRF su macchinari simili a quelli utilizzati nelle miniere, svolti però presso il NASA Ames Roverscape, un ambiente in cui sono presenti ostacoli, come pendii e rocce, ideale per mettere alla prova la coreografia del DRF in un ambiente quanto più possibile simile a quello che i veicoli si troveranno di fronte una volta giunti sul nostro satellite.
Ovviamente con l’aumento dei sistemi autonomi sempre più aziende e industrie si interesseranno a questa tecnologia. Una soluzione per far sì che queste realtà riescano a comunicare in maniera ottimale sarebbe quella di far coordinare queste aziende proprio dal DRF.
Insomma, gli sviluppi futuri di questa complessa infrastruttura sono molteplici e potrebbero migliorare sensibilmente la vita sulla Terra e quella nello spazio, sia in orbita che sugli altri corpi celesti. Sicuramente la strada da percorrere è ancora tanta ma ci sono tutti i presupposti perché questa tecnologia possa rivoluzionare le nostre vite e il nostro futuro.