Chang’e-6 rivela l’età del più grande cratere della Luna

Grazie alla missione spaziale cinese Chang’e-6, che ha riportato sulla Terra campioni di terreno e rocce lunari, siamo riusciti a scoprire con precisione quando si è formato il più grande cratere della Luna.

Cratere Luna
Analizzando i campioni riportati sulla Terra dalla missione Chang'e 6 è stato possibile datare il più grande cratere della Luna.

L’agenzia nazionale cinese per lo spazio (CNSA) aveva grandi aspettative per la missione cinese Chang’e 6, che non sono state assolutamente deluse.

La sonda infatti, lanciata il 3 maggio 2024 e allunata correttamente il primo giugno dello stesso anno nel bacino Apollo che si trova nei pressi del bacino Aitken, nel Polo Sud lunare, è riuscita a prelevare e portare sulla Terra circa 2 kg di campioni di suolo e rocce lunari.

Questa è stata la prima volta in assoluto in cui sono stati recuperati campioni provenienti dalla faccia nascosta della Luna, infatti in precedenza erano stati raccolti campioni esclusivamente della faccia visibile del nostro satellite.

Chang'e 6 e la faccia nascosta della Luna

Chang’e 6 ha quindi esplorato il bacino Aitken, il più grande cratere della Luna con un diametro di ben 2.500 km e una profondità di 10 km. Grazie ai dati raccolti durante questa missione è stato poi possibile determinare l’età di questo enorme cratere.

Un team di scienziati ha infatti utilizzato i dati di Chang’e 6 per determinare con precisione l’età di questo bacino e ha poi pubblicato i risultati ottenuti sulla rivista National Science Review.

I lavoro è stato guidato da Chen Yi, dell’Accademia Cinese delle Scienze, e ha rivelato che circa 4,25 miliardi di anni fa un gigantesco asteroide si è schiantato sulla Luna formando appunto il bacino Aitken.

Rover Luna
Chang'e 6 ha esplorato e raccolto campioni di suolo e rocce lunari che ha poi riportato sulla Terra.

Questo risultato non ha sorpreso gli scienziati in quanto è noto ormai da tempo che i crateri più grandi tendono ad essere tra i più antichi del Sistema Solare, ed essendo il bacino Aitken davvero enorme era già considerato tra questi.

Per raggiungere questo risultato il gruppo di ricercatori ha analizzato circa 1.600 frammenti estratti da 5 grammi di campioni lunari. Tra questi sono stati poi identificati 20 clasti rappresentativi di norite, una roccia ignea a grana grossa spesso presente nella crosta terrestre, che hanno contribuito a ricostruire la storia geologica della Luna.

In questo studio è stata inoltre utilizzata una particolare tecnica chiamata datazione piombo-piombo, in grado di determinare il rapporto tra diversi isotopi di piombo, che ha mostrato prove di due eventi di impatto differenti, uno avvenuto appunto 4,25 miliardi di anni fa e un altro circa 3,87 miliardi di anni fa. Poiché l’impatto più antico ha mostrato segni di cristallizzazione ciò significava che l’evento originale fosse proprio lui.

Una scoperta che ci aiuta a capire la nostra storia

Questo risultato è molto importante sia per capire le prime fasi della storia lunare, la sua parte primordiale, ma anche per comprendere meglio la storia del nostro pianeta e in generale di tutto il Sistema Solare.

Ovviamente le analisi da svolgere sui campioni lunari provenienti dalla faccia nascosta del nostro satellite sono appena iniziate.

Molti altri gruppi di ricerca stanno studiando questi frammenti di roccia e suolo lunare e sicuramente molte altre scoperte verranno effettuate nel futuro, anche perché, come detto inizialmente, mai prima d’ora si erano potuti analizzare campioni provenienti da queste regioni perennemente nascoste al nostro sguardo e di cui quindi sappiamo ben poco.

Riferimenti allo studio

Bin Su, Yi Chen, Zeling Wang, Di Zhang, Haojie Chen, Sheng Gou, Zongyu Yue, Yanhong Liu, Jiangyan Yuan, Guoqiang Tang, Shun Guo, Qiuli Li, Yang-Ting Lin, Xian-Hua Li, Fu-Yuan Wu, South Pole–Aitken massive impact 4.25 billion years ago revealed by Chang'e-6 samples, National Science Review, 2025;, nwaf103, https://doi.org/10.1093/nsr/nwaf103