Sebbene stelle e pianeti gassosi siano entrambi costituiti prevalentemente di gas e sebbene condividano un simile meccanismo di formazione, solo le stelle riescono ad accendere al loro interno una sorgente di energia e quindi a brillare di luce propria. Perché i pianeti gassosi non vi riescono?
Sergio Messina
Astronomo - 225 articoliArticoli di Sergio Messina
Le recenti osservazioni di James Webb del disco protoplanetario della stella SZ Chamaeleontis non hanno più trovato il gas neon due volte ionizzato precedentemente osservato da Spitzer. Questa circostanza implica per i suoi pianeti gassosi un tempo più breve (di circa un milione di anni) per potersi formare. Vediamo perché.
Le immagini combinate dei due telescopi hanno prodotto una bellissima immagine di un ammasso di galassie che ricorda le luci lampeggianti di un albero di Natale.
Esiste un'applicazione web gratuita chiamata Climate Bulletin Explorer che con pochissimi click di mouse permette a chiunque di visualizzare in maniera semplice e immediata le mappe climatiche e di avere, per i più interessati, anche un'immediata statistica.
Quasi con frequenza settimanale si sente della scoperta di nuovi esopianeti e, sicuramente, incuriosisce la stravaganza con cui vengono denominati. In effetti, i nomi assegnati agli esopianeti seguono una regola ben precisa, vediamo quale.
Sono numerosi gli oggetti astronomici di bellezza spettacolare, ma alcuni lo sono più di altri. Anche per questo, tutte le volte che si costruisce un nuovo telescopio dotato di nuova strumentazione, si torna a riosservarli. E’ il caso della Nebulosa del Granchio, il resto di una supernova recentemente riosservata con il telescopio spaziale James Webb.
In quest'ultima estate, caratterizzata da record non solo nei valori di temperatura ma anche nel numero ed estensione degli incendi, è risaltato quanto sempre più rilevante sia il contributo dei satelliti artificiali nella rilevazione degli incendi e nella gestione dell'emergenza.
Copernicus, il più ambizioso programma europeo di osservazioni satellitari della Terra, compie 25 anni. Ciò che lo caratterizza è la raccolta di informazioni da satellite nei più svariati ambiti, le quali vengono rese disponibili gratuitamente a tutti, dal cittadino, semplicemente curioso, alle più importanti agenzie e organizzazioni pubbliche e private.
Sembra non finiscano le possibilità esplorative del telescopio spaziale James Webb. Dopo aver mostrato le sue capacità eccezionali di “imaging” nell’infrarosso, ora è stata la volta di mostrare le sue capacità di “tomografia” infrarossa. Il paziente analizzato è Giove, di cui James Webb ha prodotto un’incredibile tomografia della sua atmosfera.
Il telescopio spaziale James Webb continua a soddisfare anche più del previsto le altissime aspettative che c’erano nei suoi confronti. Alle sue sensazionali scoperte si è aggiunta quella dell’esistenza di nano-cristalli di quarzo nelle nubi dell’esopianeta WASP-17b.
In agricoltura, ma anche in climatologia, la conoscenza del grado di siccità del suolo ha un'importanza rilevante. Essa dà una misura della direzione del cambiamento climatico con vaste aree caratterizzate da fenomeni sempre più frequenti di siccità.
L’occhio ‘indiscreto’ del telescopio spaziale James Webb ha osservato un’intensa attività di formazione stellare nella galassia più vicina alla nostra, cioè la Piccola Nube di Magellano, fornendo immagini molto belle di stelle nasciture e neonate.
Nella panoramica dei metodi utilizzati nella ricerca di esopianeti, dopo aver presentato il metodo dei transiti e il metodo delle velocità radiali, scopriamo insieme il metodo della micro-lente gravitazionale. Questo si colloca al terzo posto per efficienza di scoperta.
Come in un puzzle, via via si vanno aggiungendo nuove tessere nella ricerca di forme di vita extraterrestre. L'ultima tessera in ordine di tempo è la scoperta di anidride carbonica sulla superficie del satellite galileiano Europa grazie alle osservazioni del telescopio spaziale James Webb.
Tra le conseguenze inaspettate del cambiamento climatico c’è anche l’aumento della turbolenza atmosferica. In particolare sta aumentando il tipo più insidioso di turbolenza, e cioè quella a cielo limpido, la quale in quanto invisibile è imprevedibile.
La superficie terrestre e la soprastante atmosfera costituiscono un sistema particolarmente complesso. E' fondamentale capire come questo sistema funzioni per poter trovare soluzioni efficaci di contrasto e di mitigazione dei fenomeni connessi al cambiamento climatico. In questo contesto le osservazioni da satellite svolgono un ruolo fondamentale.
Non sempre ciò che percepiamo con i sensi corrisponde a verità. Questo vale anche quando abbiamo a che fare con le temperature. Succede che in estate, ad esempio nel mese di agosto, si abbia la percezione che il Sole "sia più caldo" che in aprile, ma non è vero. Vediamo perché.
Dopo l’eclatante scoperta dell’esistenza di un buco nell’ozono e dopo aver intrapreso a livello mondiale misure di contrasto alla fine degli anni ‘80, si è sempre meno parlato di questo problema. Vediamo di che si tratta e se è ancora un problema.
La "lente gravitazionale" è un fenomeno fisico relativistico il cui effetto è quello di ingrandire ed intensificare la luminosità di oggetti astronomici molto lontani. Esso si manifesta in molteplici modalità tra le più spettacolari delle quali vi sono la "croce" e "l'anello" di Einstein.
Anche il suolo lunare è soggetto a eventi sismici anche intensi che, in analogia al termine “terremoti”, vengono chiamati “lunamoti” o “moonquakes” in inglese. Vediamone le caratteristiche e perché è così importante il loro studio.