L’autunno rimane la stagione più bella per visitare queste montagne. Con l’arrivo dei mesi di ottobre e novembre, i primi freddi e le prime piogge favoriscono la manifestazione del fenomeno del foliage, con le foglie degli alberi che cominciano a coricarsi sul terreno.
Daniele Ingemi
Meteorologo - 1069 articoliArticoli di Daniele Ingemi
Siamo alla vigilia di un importante cambio di scenario meteorologico che andrà a coinvolgere gran parte del Paese. In queste aree sarà alto il rischio di eventi meteorologici estremi.
Ecco perché il loro arrivo in massa precede l’arrivo dell’inverno, in modo particolare il periodo natalizio.
Con l’arrivo del mese di novembre inizia, ufficialmente, il conto alla rovescia per l’inizio dell’inverno meteorologico, la stagione più amata da tutti gli appassionati meteo di freddo e neve.
In Norvegia, nella regione di Sør-Trøndelag, si trova la valle di Hessdalen. Tale vallata è diventata famosa per un fenomeno luminoso conosciuto come luci di Hessdalen che al momento rimane senza una spiegazione.
La possibilità di sfruttare l'energia termica da fonti già esistenti rende questa soluzione sostenibile e innovativa, con una sensibile riduzione dell'impatto ambientale. Insomma, si tratterà di una scoperta davvero rivoluzionaria.
Le “Open Convective Cells” e “Closed Convective Cells” sono nubi cumuliformi, di modeste dimensioni, distribuite su una vasta zona che non portano precipitazioni. La particolarità ancora più interessante è che questa nuvolosità, molto spesso, presenta una distribuzione di forme esagonali alternativamente vuote e piene.
Nel corso della settimana ci sarà un cambiamento che potrebbe causare delle piogge, e forse anche dei temporali, in queste regioni.
Tutti conoscono il pettirosso, ma in pochi conoscono il suo cugino, pettazzurro, uccello amatissimo da studiosi, appassionati di birdwatching e fotografi naturalisti, ma che è poco conosciuto al di fuori dei contesti specializzati e ornitologici.
Tale dinamica atmosferica fa in modo che il sistema temporalesco si rigenera nella stessa zona, scaricando su questa un’ingentissima quantità di pioggia in spazi temporali davvero ristretti, causando importanti criticità, di carattere idraulico e idrogeologico, spesso alla base delle alluvioni lampo.
L’evento alluvionale che ha colpito l’area attorno la città di Valencia rimarrà impresso nella storia climatologica spagnola, e non solo. Il numero di vittime, elevatissimo, purtroppo è destinato a salire ulteriormente.
Ecco come si comporterà il mese di novembre sull'Italia secondo le ultime analisi formulate dal centro di calcolo europeo ECMWF, modello di riferimento di Meteored.
Nelle prossime ore il maltempo tornerà a colpire duramente la Sicilia, con piogge e nubifragi. Gli ammassi temporaleschi sul Canale rispecchiano molte analogie alla fase di nascita, e successivo sviluppo, di un ciclone tropicale.
Questa configurazione di blocco, meglio nota con il termine di “rex blocking” creerà i presupposti per piogge di carattere torrenziale, specialmente sulle coste della Calabria ionica, lungo il versante orientale della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte, dove fino a lunedì 21 potrebbero cadere oltre 200/300 mm.
Proprio fra sabato 19 e domenica 20 ottobre, fra Sicilia e Calabria si svilupperà una linea di convergenza venti molto pericolosa. All’interno di quest’area di discontinuità si potranno sviluppare autentici nubifragi, con situazioni potenzialmente ideali per delle alluvioni lampo.
Con il termine cut-off, meglio nota come “goccia fredda” dai meteo appassionati, si intende una particolare figura barica a scala sinottica caratterizzata da una circolazione depressionaria, a carattere chiuso, strutturata nella media e alta troposfera.
La stazione è stata già collegata con successo alla grande infrastruttura sottomarina KM3NeT/ARCA, il più grande telescopio abissale per neutrini nel mar Mediterraneo.
Fra domani e la giornata di sabato 19 tale fiume di vapore acqueo dalla Libia risalirà fino al basso Mediterraneo centrale, andando poi a penetrare all’interno della circolazione depressionaria che causerà forti piogge fra la Sicilia ionica e la Calabria orientale.
Si separò dalla terraferma prima rispetto alle altre isole della Sicilia, circa 600.000 anni fa. L’insularità favorì, nel corso dei millenni, l’evoluzione di una flora e di una fauna autoctona nell’isola.
Sembra ormai certo che nel prossimo fine settimana il grosso del maltempo colpirà la Sicilia e il settore ionico della Calabria, dove si potranno registrare accumuli anche a 3 cifre sui versanti esposti a scirocco e levante, con rischio di fenomeni estremi e conseguenti criticità