Tre alluvioni in un anno e mezzo: perché la Romagna continua a subire eventi meteo estremi?

Dalle dinamiche atmosferiche al ruolo del mare e dei cambiamenti climatici, ecco il perché di tanti eventi meteo estremi in Romagna. Cosa sono i tempi di ritorno? Facciamo chiarezza.

Faenza, alluvione in Romagna del 16-17 maggio 2023, case allagate e auto sommerse e irrimediabilmente danneggiate. La situazione si è ripetuta quasi fotocopia.Foto Andrea Raggini, Emilia Romagna Meteo aps

Colpisce che la stessa zona, la Romagna, è stata colpita ben 3 volte in 18 mesi da alluvioni catastrofiche, oltre a un tornado e vari temporali violenti. Molti legittimamente si chiedono il perché di eventi estremi così ripetuti.

Se andiamo a ben guardare le cronache però anche altre zone d’Italia e anche d’Europa hanno assistito a ripetuti eventi meteo estremi negli ultimi anni. Concentriamoci sul caso in corso per cercare capire come mai eventi che si dice talora “avvengono ogni 200 anni” si sono ripetuti così ripetutamente.

Premettiamo che il tema è complesso, e limitiamo per ora l’analisi principalmente sugli aspetti meteoclimatici.

Tipo di situazione sinottica

L’avevamo annunciato da giorni, la circolazione sinottica che si è presentata il 18-19 settembre è tipica per le precipitazioni abbondanti e prolungate in Emilia Romagna centro-orientale. Simile era la situazione del 16-17 maggio e anche 2-3 maggio 2023, pur con alcune differenze sinottiche.

La situazione meteo di martedì 17 settembre 2024, fase iniziale dell'evento estremo, è tipica per grandi precipitazioni e anche abbondanti nevicate in Emilia Romagna

Per ragioni sinottiche e orografiche, le precipitazioni sono invece minori andando via via a ovest e a nord, fino a diradarsi oltre il Po. Sono situazioni non particolarmente frequenti, ma che capitano di tanto in tanto e sono diciamo così pigre e lente a evolvere. Per lunghi periodi si sono viste di rado, ultimamente appunto si sono ripetute, complesso entrare nel perché. Le alluvioni per fare un esempio del nordovest Italia hanno un “tipo di tempo” diverso, con la depressione più a ovest e allungata.

Orografia

La presenza di cicloni sul medio Tirreno o anche su Italia centrale e medio alto mar Adriatico, talora perfino sul Mar Jonio, favorisce la convergenza fra correnti di bora e scirocco al suolo, da sud-sudovest in quota, proprio sull’Emilia Romagna. L’effetto orografico della catena Appenninica contribuisce a sollevare le masse d’aria intensificando le precipitazioni. In inverno in presenza di masse d’aria fredde o innesco del complesso “CAD Cold Air Damming” sono situazioni tipiche da grandi nevicate.

L’effetto orografico della catena Appenninica contribuisce a sollevare le masse d’aria intensificando le precipitazioni

Sembra banale dirlo, ma se non ci fosse l’Appennino, le piogge sarebbero state molto meno intense in queste zone. Allo stesso tempo, senza l’Appennino mancherebbe proprio quel che rende bello ricco e vario il territorio, con ottimi prodotti tipici agroalimentari ed eccellenze culturali e turistiche.

Il ruolo del mare e dei cambiamenti climatici

Una premessa è d’obbligo: i cambiamenti climatici possono causare l’aumento di precipitazioni intense od estreme, ma non gli si può dare a loro la “colpa” dell’evento. E affliggono non solo la Romagna. Senz’altro però è noto che l’Italia in genere è un “hot spot”, un punto più sensibile e impattato di altri dai cambiamenti climatici.

Anni fa non si poteva attribuire il singolo evento ai cambiamenti climatici, ora apposite tecniche permettono di stabilirne il ruolo. Uno studio preliminare sull’evento del maggio 2023 parlava di “ruolo limitato” per l’alluvione in Romagna dell’anno scorso. L’analisi però era stata anche criticata in quanto non aveva tenuto conto di vari fattori.

Per l’evento attuale, è naturalmente prematuro trarre conclusioni. Un elemento però è indubbio: veniamo da una lunga e calda estate e le temperature del mare sono più elevate di maggio 2023. L’Adriatico che influenza direttamente la Romagna era circa 28°C, con un’anomalia termica addirittura superiore.

Può ripetersi? Tempi di ritorno: facciamo chiarezza

Sarebbe più corretto parlare di “periodo di ritorno”, in quanto sono una stima probabilistica della frequenza con cui un determinato evento, come una pioggia intensa, può verificarsi. Non indicano un intervallo di tempo fisso, ma una probabilità. Ad esempio, un tempo di ritorno di 200 anni non significa che l'evento si verificherà ogni 200 anni, ma che ha una probabilità dello 0,5% di accadere in un dato anno.

Il fatto che l’evento avvenga, non esclude si ripresenti dopo breve tempo. In pratica è come stessimo giocando a poker, se l’asso di cuori è l’evento estremo, nulla vieta esca due volte di seguito.

C’è però un ulteriore problema: il clima ora non è stazionario, quel che valeva in passato non vale più oggi e ancor meno varrà in futuro. In pratica, è come stessimo giocando a poker ma con un mazzo di carte truccato. L’evento raro in passato è diventato una nuova normalità oggi giorno. Speriamo di no, ma purtroppo come già avevamo scritto eventi di questo tipo possono ripetersi anche dopo breve tempo.

Cosa fare?

Qui passiamo a un altro campo, in cui devono interagire e parlarsi in modo interdisciplinare scienziati e tecnici. Ci ritorneremo in dettaglio. Si parla molto di una generica “pulizia dei fiumi e dei tombini”. Certo importante, ma non è qui il problema e non esistono soluzioni magiche e rapide. Paghiamo oggi l’inazione del passato sia su mitigazione che adattamento ai cambiamenti climatici. Come più volte detto, è ora di passare all’azione.