Sopravvivresti a 56,7°C? Questa è la temperatura prevista nei prossimi giorni nella Death Valley: un record mondiale

Il caldo è stato estremo, soprattutto fra California e Nevada, dove nelle aree più depresse, in mezzo al deserto, si sono superati i +50°C. Nella mitica Death Valley la stazione meteorologica di Furnace Creek ha registrato una massima di ben +53,9°C.

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Il caldo è stato estremo, soprattutto fra California e Nevada, dove nelle aree più depresse, in mezzo al deserto, si sono superati i +50°C. Nella mitica Death Valley la stazione meteorologica di Furnace Creek ha registrato una massima di ben +53,9°C, a soli +0.5°C dal suo più affidabile record assoluto e mondiale.

L’affondo di un ramo secondario della “corrente getto polare” sul Pacifico, nel tratto antistante le coste dell’Oregon e della California, ha causato un irrobustimento del promontorio anticiclonico sub-tropicale messicano, che da giorni domina sugli stati di sud-ovest, fra Arizona, New Mexico, Texas, Utah, Nevada, Colorado e aree interne della California, da dove aspira masse d’aria veramente “roventi”, stagnanti da settimane sopra le estese superfici desertiche.

Tale promontorio anticiclonico sub-tropicale, grazie al rafforzamento dell’”avvezione di spessore” sugli Stati Uniti centro-occidentali, si è trasformato in un vero e proprio anticiclone di blocco che si è spinto con un proprio asse diretto verso il Canada centro-occidentale, sospingendo le masse d’aria molto calde e secche, originarie delle superfici desertiche degli USA sud-occidentali, in gran parte del Middle-West, ben oltre il confine canadese.

Toccati i +54,1°C nella Death Valley

Il caldo lo scorso weekend è stato estremo, soprattutto fra California e Nevada, dove nelle aree più depresse, in mezzo al deserto, si sono superati i +50°C. Nella mitica Death Valley la stazione meteorologica di Furnace Creek ha registrato una massima di ben +54,1°C, a soli +0.5°C dal suo più affidabile record assoluto e mondiale.

ondata di calore
L'intensa ondata di calore in azione nel sud-ovest degli Stati Uniti, dove si sono superati i +50°C.

Difatti il recente valore di +54,4°C dell'agosto 2020 è stato considerato come il valore massimo più affidabile finora registrato sulla Terra. Riguardo Furnace Creek il record di temperatura di +56,7 °C, registrato il 10 luglio 1913, pur convalidato dal WMO, è stato col tempo messo in discussione da alcuni climatologi e storici.

Le principali critiche riguardano la possibile inaffidabilità degli strumenti di misurazione dell'epoca e le condizioni di registrazione del dato.

Oltre ai quasi +54°C della Death Valley va riportata la temperatura massima registrata all’aeroporto di Las Vegas, con un +48°C che batte il precedente record del 2021, di +47,2°C.

Ma punte di oltre +47°C +48°C si sono raggiunte in molte altre località del Nevada e dell’Arizona, a causa della forte ondata di calore persistente in tutto il sud-ovest degli States.

La mappa del campo barico al suolo mette in evidenza la notevole “compressione adiabatica”, indotta dalle “Subsidenze atmosferiche” (lentissimi moti discendenti), che di solito si generano quando un’inversione termica dalla media troposfera si propaga fino agli strati più bassi dell’atmosfera. Il rialzo delle temperature nei bassi strati è determinato dall’avvezione calda dovuta all’avvezione termica, alla “compressione adiabatica” e all’elevata insolazione di luglio.

Perché nella Death Valley si raggiungono valori così elevati?

L’intensa ondata di calore, in risalita dall’entroterra desertico messicano ha trasformato, in questi giorni, la “Death Valley” in un forno a cielo aperto. Molto probabilmente anche nei prossimi giorni, la “Death Valley”, il punto più caldo della Terra, tuttora detentore del record assoluto di caldo mondiale di +54.4°C, rischia di sfondare nuovamente il muro dei +51°C +52°C.

Del resto data la particolare orografia chiusa questa depressione, estesa fra il deserto della California e lo stato del Nevada, è il punto più “rovente” del nostro pianeta.

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La particolare conformazione orografica della Valle della morte, considerato il luogo più bollente del mondo, dove si sono raggiunti i +54°C.

Per varie volte, durante il periodo estivo, con il sole che si avvicina allo “Zenit” (raggi solari quasi perpendicolari sull’orizzonte nelle ore centrali del giorno), è possibile sfondare il muro dei +50°C all’ombra durante il periodo estivo, quando l‘intensa e prolungata insolazione diurna (cieli costantemente sereni o poco nuvolosi) unita ai bassissimi tassi di umidità relativa (5-6 %) riscaldano sensibilmente il terreno desertico, completamente spoglio di vegetazione arborea in vasti tratti (solo in inverno e in primavera, quando si verificano brevi rovesci di pioggia, la superficie desertica rifiorisce per pochi giorni), trasformando l‘area in una sorta di grande “forno“ naturale che irradia un calore veramente infernale e insopportabile.

Non per caso gli viene attribuito il nome di “Death Valley” o “Valle della morte”. Se gli stati occidentali faranno i conti con questa forte ondata di calore, ad est scivolerà un flusso di aria un po’ più fresca in discesa dagli stati del Canada centro-orientale.