Un anno dall’alluvione in Romagna: meteo storia e situazione attuale. Può ripetersi un simile evento?

Un anno fa in questi giorni due alluvioni colpirono in Emilia Romagna, la più catastrofica avvenne il 16-17 maggio 2023. Ripercorriamo la meteostoria di quegli eventi e dei danni, con un occhio alla situazione odierna nelle zone colpite. Cosa sappiamo oggi sul ruolo dei cambiamenti climatici?

Alluvione in Romagna del 16-17 maggio 2023, un quartiere di Faenza allagato con le auto sommerse e irrimediabilmente danneggiate. Foto Andrea Raggini, Emilia Romagna Meteo aps.

Fino alla fine di aprile 2023 a preoccupare il nord era la drammatica siccità. Da mesi le piogge scarseggiavano, con problemi di captazione acqua dal Po da parte dei consorzi di Bonifica. Improvvisamente, ma non imprevisto, a inizio maggio la situazione cambia.

Il 2-3 maggio una prima ondata di maltempo causa piogge torrenziali segnatamente in Emilia Romagna, rompono gli argini o esondano alcuni fiumi in particolare inondando Faenza, varie zone agricole ma anche alcune zone del centro di Bologna. Una seconda fase perturbata si abbatte nelle stesse l’8-10 maggio con altri allagamenti, ma il peggio doveva ancora arrivare a metà mese.

Il ciclone Minerva: l’importanza dell’allerta meteo

Già dall’8-10 maggio i meteorologi di METEORED seguivano con attenzione l’evoluzione, esternando preoccupazione consultando i modelli che prevedevano il ciclone “Minerva” evolvere come “depressione esplosiva”. Nel nostro sito con vari articoli previsionali preannunciavano il rischio di precipitazioni straordinarie.

Il giorno 16/05/2023 le mappe di analisi mostravano puntuale la depressione sull’Italia centrale, a circolazione ciclonica orientale in pianura Padana, in conformazione per cui l’Appennino accentua le piogge per effetto stau.

Ad aggravare la situazione, la presenza di uno straordinario “fiume atmosferico” che ha pescato aria calda e carica di umidità dall’Africa equatoriale diretta verso l’Adriatico e poi contro l’Appennino romagnolo.

Il giorno 15 maggio 2023 la protezione civile dell’Emilia Romagna emette allerta rossa da Reggio Emilia a Rimini, per rischio idrogeologico e idraulico.

La chiusura preventiva di molte scuole, l’evacuazione di alcune zone e quartieri delle città allertate, la sensibilizzazione e l’allertamento al prospettarsi di un evento inusuale ha senz’altro contribuito a proteggere la popolazione. Nonostante ciò l’alluvione arriva e l’esito è drammatico.

Piogge mai viste, maggiori dell’alluvione 1939

Fra la fascia pedemontana e l’Appennino romagnolo, in parte fino all’Emilia orientale, il 16-17 maggio 2023 caddero così 150-250 mm di pioggia, in linea con le peggiori stime dei modelli. La stazioni meteo di ARPAE E.R. di Casola Valsenio segnò per la precisione 242.8 mm, quella di Trebbio 254.8 mm. Quest’ultima a fine mese, sommando l’evento del 2-23 maggio e altre piogge intense, totalizzò 609.8 mm, contro una media mensile di 82.6 mm.

Valori mai visti in passato, secondo il meteorologo Pierluigi Randi, questi valori superano a seconda delle località del 42-54% le piogge del maggio 1939, precedente caso di alluvioni nella stessa zona. Oltre il 65% dei pluviometri della zona ha registrato il record storico di pioggia caduta, sia giornaliera che mensile.

La conseguenza di un quantitativo di acqua così imponente, fu l’esondazione di 23 fiumi, tutti quelli da Bologna a Imola, e allagamenti locali anche nelle province di Modena e Reggio Emilia. Colpite anche alcune zone di Toscana e Marche.

Danni catastrofici in Romagna per l'alluvione del maggio 2023, ma la popolazione si è subito attivata ad affiancare la Protezione Civile nei soccorsi e nella ripartenza. Foto Andrea Raggini, ERmeteo aps

Gli effetti e i danni

L’alluvione colpisce duramente circa 50 comuni, inoltre si contano almeno 280 frane, ma stime successive parlano di numeri ben più alti. Circa 35000 persone sono sfollate dalle proprie abitazioni, colpite molte infrastrutture viarie inclusa l’autostrada A14 e le ferrovie Bologna-Rimini e Ravenna. La conta economica dei danni si avvicina ai 10 miliardi di Euro.

Secondo il Report Global Catastrophe Recap di Aon si tratta della terza peggior catastrofe naturale mondiale del 2023 per danni economici, dopo il terremoto in Turchia e la siccità in Sudamerica.

La sensibilizzazione e l’allertamento al prospettarsi di un evento inusuale ha senz’altro contribuito a proteggere la popolazione, anche se purtroppo alla fine dell’evento si conteranno 15 vittime.

A un anno di distanza, diverse persone ancora non hanno potuto rientrare nelle proprie abitazioni, specie nelle zone colpite da frane. La popolazione colpita poi lamenta i ritardi nei risarcimenti danni.

Il commissario straordinario per l’emergenza Alluvione, generale Paolo Francesco Figliuolo in un’intervista al TGR Emilia Romagna l’8 maggio 2024 ha dichiarato che le famiglie e imprese danneggiate dall'alluvione sono circa 90.000, quelle che stanno ricevendo i primi ristori sono una novantina. Restano inoltre al momento esclusi i danni ai beni mobili: arredi, elettrodomestici, oggetti vari distrutti dall'acqua e dal fango sono per molte famiglie la maggioranza del danno ma al momento non sono risarciti dalla Stato.

C’entrano i cambiamenti climatici?

Si scatena subito la polemica e discussione fra chi sostiene che la causa dell’alluvione siano i cambiamenti climatici e chi punta il dito sul dissesto del territorio. La causa di eventi di questo tipo è sempre complessa, con diversi fattori che concorrono ad alluvioni e frane.

Riguardo i cambiamenti climatici, secondo alcuni scienziati i cambiamenti climatici hanno avuto un impatto limitato, ma negli stessi giorni un paper scientifico parla proprio di un effetto “colpo di frusta” fra opposte siccità e alluvioni dovuto ai cambiamenti climatici.


Del resto le piogge di questo evento non hanno precedenti negli ultimi 100 anni, ma il punto su cui riflettere è un altro. Purtroppo, eventi simili li stiamo osservando sempre più di frequente, non sappiamo ora esattamente dove e quando ma purtroppo possono senz’altro ripetersi.

A fianco ad azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni serra, è necessario lavorare anche sull’adattamento, ovvero sul ridurre i danni di eventi che in passato potevano essere ritenuti eccezionali, oggi invece sono una sgradita “nuova normalità” con cui dobbiamo convivere secondo il motto "gestire l'inevitabile, evitare l'ingestibile".